Valerio Varaldo – Figli e bambini
Non ha prezzo svegliarsi con il sorriso del proprio figlio.
Non ha prezzo svegliarsi con il sorriso del proprio figlio.
Non posso odiare questa vita quando, in giorno qualunque, in un momento qualunque e senza nessun motivo mi sento dire “grazie mamma”
Ho 21 anni ma lunedì andrò a comperare l’Album delle Figurine Panini. Sarà il sedicesimo. E sognerò di vedere in cucina il portamonete di mia madre dove rubavo tutti gli spiccioli per comperare le figurine.
Anche io sono stufa, stufa, stufa di essere sempre sola, stufa che mi parli come se fossi la figlia della portinaia. Vorrei che mi guardasse come le altre madri guardano i propri figli, vorrei che la sera rimanesse accanto al mio letto per parlare prima di spegnere la luce, senza avere l’impressione che si posizioni come se seguisse un copione e avesse imparato le battute a memoria.Non voglio parlarle perché non ascolta, perché ha sempre l’aria di pensare ad altro, di essere persa nel suo mondo.Non voglio parlarle perché non sa più chi sono, perché sembra sempre domandarsi che cosa la leghi a me, quale sia il nostro rapporto.
La mamma è quella creatura che, solo soffiando sulle tue ferite, ti faceva guarire.
Non ho incanti, escluso un tenero riflesso che tu mi dai.
Un istante prima di morire, sarò felice di continuare la mia vita, attraverso gli occhi dei miei figli.