Antonella Lombardi – Figli e bambini
Un bimbo che non c’è che vive dentro me… in questo mio grembo desiderato, disabitato.
Un bimbo che non c’è che vive dentro me… in questo mio grembo desiderato, disabitato.
Essenza della vita, è in essa che ci formiamo e ci prepariamo al mondo. Il suo abbraccio non ci lascia mai, basterebbe guardare i neonati rannicchiarsi appena entrano in contatto con l’acqua. Emozione che fluida scorre nella nostra anima, ci accompagna sempre. Si adagiano i paesi e le nazioni sulle sue onde salate come le lacrime di una mamma. La vita. Negata troppo spesso ai suoi figli, sudare per un goccio d’acqua pura, per dissetare i figli di una terra galleggiante su oceani di speranze.
Datemi una dozzina di bambini normali, ben fatti, e un ambiente opportuno per allevarli e vi garantisco di prenderne qualcuno a caso e di farlo diventare qualsiasi tipo di specialista, che io volessi selezionare: dottore, avvocato, artista, commerciante e perfino accattone e ladro, indipendentemente dalle sue attitudini, simpatie, tendenze, capacità, vocazioni.
Il primo specchio dove il bimbo si riconosce sono gli occhi di sua madre. Il primo esempio che il bimbo vuol imitare è quello del padre. Sii occhi sinceri per lui e esempio di amore vero.
Il cuore di una madre è un contenitore senza tempo e senza limite di spazio. Una mamma non recrimina mai ne i sacrifici, ne le notti passate in bianco, ne i dispiaceri che un figlio può dare. Una madre perdona e ama ancora allo stesso modo. Lo fa dietro il sorriso, dietro la rabbia e anche dietro le lacrime. Lei non rimpiange mai il tempo che dona ai suoi figli e non chiede mai nulla in cambio.
Sulla terra non c’è semplicità ed umiltà più pura di quella dei pargoli.
“Sai che cosa mi ha detto una volta la mamma?” Il modo in cui pronuncia mamma, come se non l’avesse tradita, mi fa digrignare i denti. “Ha detto che c’è un po’ di male in ognuno di noi e che il primo passo per amare un’altra persona è riconoscere lo stesso male in noi stessi per poterla perdonare”