Giorgio Antonicelli – Figli e bambini
Credevo di aver capito il tuo percorso figlia mia, ma mi sto perdendo dietro la tua scia, ciò mi fa impazzire, aspettami, spiegami, parlami negli occhi.
Credevo di aver capito il tuo percorso figlia mia, ma mi sto perdendo dietro la tua scia, ciò mi fa impazzire, aspettami, spiegami, parlami negli occhi.
“Perché parla francese coi suoi figli?” Pensava. “È una cosa poco naturale e falsa! E i ragazzi lo sentono. Imparano il francese e disimparano la sincerità”.
Una volta mio padre mi disse: “scusa se sono troppo apprensivo, ma è solo troppo affetto”; ora io mi chiedo quale genitore che ama il proprio figlio lo vorrebbe rinchiuso in una “campana di vetro”? Un buon genitore dovrebbe insegnare al figlio a fare a meno di lui.
Figlio, chi sei, sei forse colui di cui abbiamo parlato nelle notti insonni, cercato avidamente pensando ad un angelo, se è così librati in alto, non scendere mai, ammira la terra dall’alto, e come albatros vola negli spazi silenti e pieni di luce.
Il cuore di una madre è un contenitore senza tempo e senza limite di spazio. Una mamma non recrimina mai ne i sacrifici, ne le notti passate in bianco, ne i dispiaceri che un figlio può dare. Una madre perdona e ama ancora allo stesso modo. Lo fa dietro il sorriso, dietro la rabbia e anche dietro le lacrime. Lei non rimpiange mai il tempo che dona ai suoi figli e non chiede mai nulla in cambio.
I figli sono come le lacrime della luna, se non le riscaldi con l’affetto si rischia di perderli nella sabbia e nel frastuono di un sogno che prima o poi cadrà.
Non sottovalutare mai di cosa può essere capace una madre, quando viene ferito l’orgoglio dei propri figli.