Carlo Peparello – Filosofia
Lasciati ispirare da una foglia che cade. Se costruirai un pensiero con questo piccolo momento pensa dove arriverà la tua mente fissando le stelle.
Lasciati ispirare da una foglia che cade. Se costruirai un pensiero con questo piccolo momento pensa dove arriverà la tua mente fissando le stelle.
Quando è l’anima e non il corpo ad essere ferita, Quel dolore intermittente ma costante non si cicatrizzerà mai, anzi ti seguirà ovunque, lo vedrai dappertutto, lo inalerai nell’aria fino a pungerti i polmoni.
Insensibile, né benevolo, né spietato, sottomesso a leggi rigorose o affidato al caso, il mondo non sa di sé. Non lo si può capire perché si presenta impersonalmente, se lo si riesce a chiarire in qualche particolare, resta comunque incomprensibile nella sua totalità. Ciò non toglie che io conosca il mondo anche in un altro modo. Un modo che me lo rende affine e che mi consente di sentirmi, in esso, a casa mia, al sicuro. Le sue leggi sono quelle della ragione, per cui, sistemandomi in esso, mi sento tranquillo, costruisco i miei strumenti e li conosco. Mi è familiare nelle piccole cose e in quelle che mi sono presenti, mentre mi affascina nella sua grandezza; la sua vicinanza mi disarma, la sua lontananza mi attira. Non segue i sentieri che attendo, ma anche quando mi sorprende con insospettate realizzazioni o inconcepibili fallimenti, alla fine conservo, anche nel naufragio, un’indefettibile fiducia in esso.
Viviamo uno storico momento di transizione dove alcune donne approfittano di essere tradizionaliste quando a loro conviene o ancora hippies di mentalità (parlo di donne dopo i 40) sempre quando a loro conviene. La confusione mentale che ne deriva può creare gravi conseguenze di sofferenza per loro e per chi insieme a loro prova a mantenere vivo il rapporto di amore/coppia.
La poesia è un rifugio sicuro dove possiamo essere noi stessi…
Tùndalo, filosofo impossibilista, scandagliava un giorno il suo viso nella specchiera di una locanda e diceva fra sé: “Vedo due sopraccigli, due occhi, due narici, e due orecchi. Perché mai Dio ci ha dato una sola bocca? Eppure io penso che ci vorrebbe una bocca per divorare, per mordere, per vomitare e per urlare e un’altra bocca per sorridere, per baciare e per cantare”.
L’ottusità nelle persone si manifesta quando vogliono una cosa che desiderano e che non possiedono…