Andrea Dauria – Filosofia
“Sai quanto valgo io rispetto a tutto il resto?””…””Esatto.”
“Sai quanto valgo io rispetto a tutto il resto?””…””Esatto.”
Non puoi ricominciare dall’inizio ne da una fine. Dall’inizio si comincia dalla fine si continua.
Mi dispiace se son indefinibile, se non rientro in alcuno schema o pregiudizio: accettami così per ciò che vedi, sono un essere libero.
L’essere è sé. Ciò significa che non è né attività né passività. Non si può tuttavia dirlo “immanente a se stesso”, perché l’immanenza è sempre un rapporto a se stesso. Ma l’essere non è rapporto a se stesso, è invece se stesso. Riassumeremo tutto questo dicendo che l’essere è in sé.Che l’essere sia in sé significa che esso non rinvia a sé, come fa la coscienza di sé: questo sé esso lo è. In realtà, l’essere è opaco a se stesso e lo è perché è pieno di se stesso. È ciò che diremo meglio affermando che l’essere è ciò che è.L’essere è, l’essere è in sé, l’essere è ciò che è. Ecco i tre caratteri che l’esame provvisorio del fenomeno d’essere ci permette di attribuire all’essere del fenomeno.
Il “mai” e il “per sempre” sono tempi infiniti che non possono appartenere all’uomo.
L’uomo non si può dire libero per il fatto che possa non esistere o per il fatto che possa non fare uso della ragione, ma solo in quanto ha potestà di esistere e di agire secondo le leggi della natura umana.
“Parole al vento” parole che scorrono come tacito polline al vento. Tempo dopo potrà forse germogliare qualcosa, ma solo da pochissime spore. Il resto si perde nel vuoto.