Emanuele Parlati – Guerra & Pace
Altro che pistole, fucili, l’arma più forte è dentro di noi… La volontà.
Altro che pistole, fucili, l’arma più forte è dentro di noi… La volontà.
Siamo qui vicini ma lontani vittime di rimpianti e di rancori vittime di noi stessi un’attesa frustrante di un qualcosa che ci spinga uniti e divisi non saremo mai liberi. Deponiamo le armi.
Tutto quello che cerchiamo e auguriamo a tutti quelli che incontriamo è la pace. È stupido pensare che la gente osi vivere senza pace, essa è una garanzia e un equilibrio in ogni cosa. Tutti combattiamo contro noi stessi, contro le nostre paure, contro le nostre difficoltà, ma se mentre lo faremo cammineremo a fianco alla pace avremo solo da guadagnare; fare le cose con la calma aiuta a ragionare di più e quindi a rischiare di meno; chi cammina mano nella mano con la pace non vuole fare guerra con nessuno, così imparerà a sorvolare l’orgoglio, amerà perdonare, sorriderà sempre al nemico e si sentirà migliore, farà tutto con amore e si sentirà il padrone dell’universo.Tutto quello di cui abbiamo bisogno è la Pace, Pace.
Nella mia vita non voglio vivere di rimorsi, ne voglio sprecare occasioni che mi capitano, e nemmeno non nutrirmi delle emozioni che la vita offre in poche parole non voglio sbagliare come gli altri.
Solo i morti hanno visto la fine della guerra.
Amo il futuro, perché è limpido, un foglio bianco su cui planare. Lo amo in anticipo, come una promessa, come un neonato che attende di fare la sua comparsa nel mondo. E lo sento questo futuro, e non mi spaventa, anche se ogni passo ci conduce sempre più paradossalmente verso la morte. Ma ci chiede sommesso di liberarlo di tutto il peso che si porterà addosso, asportare l’enorme neo fiorito nel concepimento, ingrossato da retaggi e cammini distorti del passato, gonfio di anni e di sbagli dell’uomo. Lasciamolo in pace questo futuro, lasciamolo respirare, libero, magari inconcludente, ma offriamogli il sacrosanto diritto di essere staccato dalle corde, quelle logore, insensate corde, intrecciate dall’umana stupidità, pronte a legarlo, a strozzarlo ancor prima del suo tempo.
Il combattente che fugge, può sopravvivere per combattere un’altra volta.