Rita Bellacosa – Ipse dixit
Non cederei al compromesso e non l’ho fatto. Epocali le mie scenate. Spacco tutto. E non mi pento.
Non cederei al compromesso e non l’ho fatto. Epocali le mie scenate. Spacco tutto. E non mi pento.
Con uguale forza il tuo viso è impresso nella memoria di Alexandros.
La mia sensualità? Un tenero sguardo che diventa mistero, un movimento degli occhi appena accennato, un leggero trasparire di un desiderio appena nato, tra le pieghe del letto ancora disfatto, come un tulipano che si apre lento.
Chi comanda il mare, guida la storia.
I giornali italiani riferiscono eccitati dello “scoop” del New York Times: il fratello del presidente afgano Karzai sarebbe uno dei maggiori narcotrafficanti del sud dell’Afghanistan. Come mai sapevo già questa notizia? Ah, sì: la raccontavo un anno fa durante il monologo Barracuda 2007, nel torpore beato dei giornali italiani.
Le mie donne le voglio vedere negli occhi, le voglio vedere solari. Desidero che mostrino l’ombelico, perché quello è il centro del mondo.
La sua bellezza esuberante e il suo sentire ingenuo agivano ognuno per conto proprio. Le pareva di essere una bambina inserita in un gioco di adulti, e che non le appartenesse. Ma il fisico prorompente urlava più forte della dolce ingenuità, recitava di una donna spregiudicata, opulenta, scandalosamente esuberante. Quanto forte era il contrasto tra quel corpo e il suo sentire. L’unica emozione fisica che conoscesse era quella strana tensione del ventre, palese denuncia di attrazione erotica, quando le piaceva qualcuno.