Gaetano Toffali – Lavoro
È bello avere un lavoro. Ma come la mettiamo se hai un lavhorror?
È bello avere un lavoro. Ma come la mettiamo se hai un lavhorror?
Le donne con me ridono molto. Specialmente quando mi spoglio.
– Non posso fare altrimenti – rispose Levin. – Tu fà uno sforzo e mettiti dal punto di vista di un campagnolo come me. Noi, in campagna, facciamo di avere le mani adatte a lavorare: perciò ci tagliamo le unghie e, a volte, anche ci rimbocchiamo le maniche. Qui invece si fanno crescere le unghie più lunghe che possono e si attaccano ai polsini dei bottoni che paiono piatti per non poter fare nulla con le mani.- Questo vuol dire che non si ha bisogno di fare lavori manuali. Si lavora col cervello…- Forse. Ma tuttavia mi sembra strano, come mi sembra strano che mentre noi campagnoli facciamo di tutto per abbreviare i nostri pasti e poter tornare subito al lavoro, qui tu ed io facciamo di tutto per allungare il pranzo e mangiar molti piatti senza saziarci. Perciò mangiamo le ostriche…- Già, naturalmente – replicò Stepan – ma questo è lo scopo della civiltà: far di ogni cosa un piacere.- Se questo è lo scopo della civiltà, preferisco restare un selvaggio.
Progetta sempre una cosa considerandola nel suo più grande contesto, una sedia in una stanza, una stanza in una casa, una casa nell’ambiente, l’ambiente nel progetto di una città.
L’insopportabile fatica di non far niente.
Pensa che niente è fatto finché resta qualcosa da fare.
Stiamo scommettendo sulla nostra visione, e preferiamo fare questo piuttosto di prodotti “anche noi” [ndt. copiati]. Lo lasciamo fare ad altre aziende. Per noi, è sempre il prossimo sogno.