Henry Kissinger – Lavoro
Non ci può essere una crisi la settimana prossima. La mia agenda è già piena.
Non ci può essere una crisi la settimana prossima. La mia agenda è già piena.
Mi piace osservare come cambiano le persone da quando sono normali a quando vanno a lavoro, mi ricordano i supereroi quando si trasformano per fare qualcosa che solo loro possono fare.
– Non posso fare altrimenti – rispose Levin. – Tu fà uno sforzo e mettiti dal punto di vista di un campagnolo come me. Noi, in campagna, facciamo di avere le mani adatte a lavorare: perciò ci tagliamo le unghie e, a volte, anche ci rimbocchiamo le maniche. Qui invece si fanno crescere le unghie più lunghe che possono e si attaccano ai polsini dei bottoni che paiono piatti per non poter fare nulla con le mani.- Questo vuol dire che non si ha bisogno di fare lavori manuali. Si lavora col cervello…- Forse. Ma tuttavia mi sembra strano, come mi sembra strano che mentre noi campagnoli facciamo di tutto per abbreviare i nostri pasti e poter tornare subito al lavoro, qui tu ed io facciamo di tutto per allungare il pranzo e mangiar molti piatti senza saziarci. Perciò mangiamo le ostriche…- Già, naturalmente – replicò Stepan – ma questo è lo scopo della civiltà: far di ogni cosa un piacere.- Se questo è lo scopo della civiltà, preferisco restare un selvaggio.
Nessuna [ndt. ricerca di mercato]. Non è il lavoro dei consumatori sapere quello che vogliono.
Dio ha mischiato le lingue per dare un po’ di lavoro ai traduttori.
Entro un decennio nessun bambino andrà a letto affamato… nessuna famiglia dovrà preoccuparsi per il pane del giorno dopo.
Fai quello che credi, ma credici fino in fondo.