Giulio Laurenti – Libri
La pallottola è l’unico gioiello che per custodia ha carne umana.
La pallottola è l’unico gioiello che per custodia ha carne umana.
Alle domande più importanti si finisce sempre per rispondere con l’intera esistenza.Non ha importanza quello che si dice nel frattempo, in quali termini e con quali argomenti ci si difende. Alla fine, alla fine di tutto, è con i fatti della propria vita che si risponde agli interrogativi che il mondo ci rivolge con tanta insistenza.
Quel senso perfetto di totalità la commosse nel profondo.
Il primo bacio.È il primo sorso che si beve dalla coppa del nettare della vita, che la dea ha riempito per noi. È la linea divisoria tra il dubbio che intrica lo spirito e rattrista il cuore, e la certezza che inonda di gioia l’io. È il primo inizio del canto della vita e il primo atto del dramma dell’Uomo considerato nella sua Idea. È il vincolo che unifica l’estraneità del passato con la luminosità del futuro; il nesso tra il silenzio dei sentimenti e il loro canto dispiegato. È una parola espressa da quattro labbra che dichiarano il cuore un trono, l’amore un re, e la fedeltà una corona. È il tenero tocco delle delicate dita di una brezza sulle labbra della rosa, che s’esprime in un sorriso di appagamento e in un dolce gemito.È l’inizio di quella magica vibrazione che trasporta gli innamorati dal mondo dei pesi e delle misure al mondo dei sogni e delle rivelazioni.È l’unione di due fiori odorosi; e la mescolanza delle loro fragranze verso la creazione di una terza anima.Come il primo sguardo è come un seme che la dea ha lanciato nel campo del cuore umano, così il primo bacio è il primo fiore dell’estremità del ramo dell’Albero della Vita.
D’ora in poi vivere qui sarà più vario e interessante…Noi avremo una nuova ragione di vita.Ci solleveremo dalle tenebre dell’ignoranza, ci accorgeremo di essere creature di grande intelligenza e abilità.Saremo liberi!Impareremo a volare!
“Adesso, se lo vuoi ancora, sono qui. Tua. Per sempre”.Ed anche se sapevo – e lo avevo appreso duramente e fin troppo bene in quell’estate – che tutto sarebbe potuto cambiare. Anche se “per sempre” era un sacco di tempo, in quell’attimo non importava, perché l’eternità ci apparteneva.”Non hai mai creduto all’amore eterno”, mi ricordò.Era vero. Mi avevano sempre fatto ridere quei classici, tipo Cime Tempestose. Una reazione forse un po’ anormale, come sosteneva Cinzia.”È ancora così”, assentii. “Io non credo nell’amore, credo nel tuo amore…”.
È straordinario, come un pensiero, anche segreto, trapeli sempre. È straordinario per me, se ci ripenso, come ognuno di noi poteva seguire la corrente dei suoi sentimenti e capire, sebbene ella fosse tranquilla, e di umore uniforme, quando la sua fantasia correva a Parigi.