Edvania Paes – Libri
Le due mie migliori amiche sanno tutto di me, non mi giudicano e non mi tradiscono mai. Una si chiama carta e l’altra, penna.
Le due mie migliori amiche sanno tutto di me, non mi giudicano e non mi tradiscono mai. Una si chiama carta e l’altra, penna.
[…] Era tornato a casa come un figliol prodigo, traboccante di giubilo, aspettandosi di vedere tutti impazzire di gioia a causa del suo arrivo, e invece si era trovato di fronte a una gelida ripulsa, finendo in carcere. Le aspettative e i risultati differivano in misura così sconfinata che l’effetto era stato di completo stordimento; egli non riusciva a stabilire se la situazione fosse tragica o grottesca. Si sentiva come un uomo che, uscito beatamente all’aperto per godersi l’arcobaleno, fosse stato colpito dal fulmine.
Il punto di fuga è quello da cui partono infinite linee: basta seguirle, per scoprire altrettante realtà, dimensioni, mondi. Non è solo un modo per fuggire, ma anche per capire quanto siano risibili le cose che ci sembrano assolute, se appena le guardiamo da lontano. E tornare, serve a riguardarle da vicino con occhi diversi.
Non mi vedo da tanto di quel tempo, che il ricordo di me sta sbiadendo.
Ci sono libri che non si dovrebbero osare se non dopo i quarantanni.
C’è gente tanto brava da scrivere due libri contemporaneamente: il primo e l’ultimo.
Non sono davvero cieco, è solo che non riesco a vedere. La gente pensa che vedere sia avere la percezione del mondo attraverso gli occhi. Ma è davvero così? Quando vedete una pietra, la percepite anche con la mano della mente. Vedere significa anche toccare, ma poiché il senso della vista è estremamente travolgente, non siete consapevoli dell’importanza del tatto.