Carlo Peparello – Libri
Se in una libreria non riesci a fare a meno di comprare un libro stai cedendo alla più nobile delle lusinghe per la tua anima.
Se in una libreria non riesci a fare a meno di comprare un libro stai cedendo alla più nobile delle lusinghe per la tua anima.
“Amore”: probabilmente la parola più usata. Sicuramente la più abusata. Poche altre, infatti, patiscono così tanto l’erosione dell’uso. Dire “ti amo” quando non è così è un delitto. Un delitto inferiore solo a quello che commettiamo quando, pur sentendo di amare, non lo diciamo. Come ogni parola, anche l’amore può essere tutto o nulla. Dipende da noi. Dalla nostra capacità (o incapacità) di mantenere ciò che quella parola promette.
Un libro è un film, in cui le parole diventano la cinepresa e la mente lo schermo.
La memoria è una strana artista, ridisegna i colori della vita, cancella la mediocrità per conservare solo i tratti più belli, le curve più emozionanti di ciò che è stato.
Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo “amare”, il verbo “sognare”. Naturalmente si può sempre provare. Dai, forza: “amami!” “Sogna!” “Leggi!” “Leggi! Ma insomma, leggi, diamine, ti ordino di leggere!” “Sali in camera tua e leggi!” Risultato? Niente. Si è addormentato sul libro.
Si tennero abbracciati come i sopravvisuti di un naufragio, approdati tremanti su una costa desolata.
La stampa ha messo le gambe alle parole: da allora esse, hanno fatto percorsi per mari e per terre fino ad arrivare negli angoli più sperduti del mondo per portare la luce del Sapere.