Marcia Rose – Libri
Sapevo che sarebbe finita, ma fa male lo stesso.
Sapevo che sarebbe finita, ma fa male lo stesso.
Lo scrittore rivela il proprio inconscio nella storia che crea, mettendo in scena i suoi personali drammi interiori.
Io regalo un libro perché… è un modo diverso di dire “ti amo”… è un modo intelligente di dire “grazie”… è un modo insolito per dire “mi ricordo”.
Oh, piccolo principe, ho capito a poco a poco la tua piccola vita malinconica.Per molto tempo tu non avevi avuto per distrazione che la dolcezza dei tramonti.Ho appreso questo nuovo particolare il quarto giorno, al mattino, quando mi hai detto:”Mi piacciono tanto i tramonti. Andiamo a vedere un tramonto…””Ma bisogna aspettare…””Aspettare che?””Che il sole tramonti…”Da prima hai avuto un’aria molto sorpresa, e poi hai riso di te stesso e mi hai detto:”Mi credo sempre a casa mia!…”Infatti. Quando negli Stati Uniti è mezzogiorno tutto il mondo sa che il sole tramonta sulla Francia.Basterebbe poter andare in Francia in un minuto per assistere al tramonto. Sfortunatamente la Francia è troppo lontana. Ma sul tuo piccolo pianeta ti bastava spostare la tua sedia di qualche passo. E guardavi il crepuscolo tutte le volte che volevi…”Un giorno ho visto il sole tramontare quarantatré volte!”E più tardi hai soggiunto:”Sai… quando si è molto tristi si amano i tramonti…””Il giorno delle quarantatré volte eri tanto triste?”Ma il piccolo principe non rispose.
I ricordi sono la nostra storia. Per non perderli bisogna scriverli, e, ci aiuterà! Perché nel passato ci può essere la soluzione per vivere meglio il nostro futuro.
Il Libro della Vita inizia con l’immagine di un uomo e una donna in un giardino. Termina con l’Apocalisse.
“È incredibile come tutto svanisce in un lampo, senza lasciare tracce. Il mondo gira troppo velocemente… la gente dimentica in fretta… non c’è più spazio per gli eroi…” disse Andry, sorridente, addentando il proprio panino durante la ricreazione di quella giornata piovosa.”Già. Tutto è tornato come prima, eppure non hai mai perso il sorriso. Sembra che tu riesca ad adattarti alla situazione, in qualsiasi sua variante” disse Valery, compiendo la stessa azione del compagno di banco.”Ormai ho fatto mia questa sensazione altalenante. Mi sono abituato a sentirmi a capo del mondo e un secondo dopo ai suoi piedi, in lotta per risalire… e anche a vedere tante persone guardarmi con ammirazione e, voltato l’angolo, non ricordare più neanche il mio nome. Così vanno le cose! Purtroppo…” aggiunse infine, con gli occhi persi nel vuoto ma comunque brillanti.”Vero. Però, come quasi tutte le cose negative, anche questa ha un lato buono: ti fa capire chi sono i veri amici… e chi invece no” e, così dicendo, Valery si alzò e si allontanò.”I veri amici…” sussurrò Andry, continuando a fissare il nulla.Un piccolo sorriso si allargò sulle sue labbra.