William Shakespeare – Libri
Può ben dire la sua un leone, quando a dir la loro ci sono tanti asini in giro.
Può ben dire la sua un leone, quando a dir la loro ci sono tanti asini in giro.
“Ho un appuntamento.””Tu? Un appuntamento?”Lo guardai, accigliata. “Non è poi sta gran cosa…”Con un sorriso ironico, lui si alzò. “Ormai sei a posto. Lo faccio entra-re.””Edward… Sii gentile.””Gentile? Io?””Va bene… Basta che non gli spari.””Credo di potercela fare.”
Un’opera non dovrà mai “piacere”, “entusiasmare”, ma “interessare”, o almeno “incuriosire”. I giudizi positivi dovranno essere espressi con i seguenti aggettivi (assolutamente vietati i rozzi “bello”, “grosso”, “brutto”): “intrigante” (molto in voga, ma in lieve declino), “ben strutturato”, “esperto”, “rilevante”. I negativi: “fragile”, “futile”, “irrilevante”, “supponente”; il colmo della ripulsa si esprime con l’aggettivo aulico “turpe”.Assolutamente vietato il turpiloquio in conversazioni letterarie, eccezion fatta per l’efficace definizione “stronzo”, ma pronunciata a bassa voce e con un risolino d’intesa. Fareste ridere gli stanti al solo pronunciare locuzioni quali “alla grande”, “al limite”, “chiaramente”, “non c’è problema”, “è il massimo”, “mi pare giusto”. Fra i giochi di carte, consigliabili i tarocchi, tollerato il tresette.
“Pronto?””Farò di te una stella!””Sei ubriaco?””Forse un po’, ma è del tutto irrilevante. Hic!””Ma… sono le dieci del mattino! Non sei ancora andato a letto?””No. Hic! Sono sul treno, e andrò a letto fra tre ore circa.””Tre ore! Ma dove sei?””Sono a Galway. Ieri era la serata dei premi””Scusa la mai ignoranza, Declan, ma quali premi?””Non te l’ho già detto?””No.””Avevo detto a Jack di dirtelo. Quel bastardo…””Bè, non mi ha detto proprio niente. Allora?””Ieri sera la serata degli Student Media Awards, e io ho vinto!””Il premio è che la settimana prossima il mio film sarà trasmesso da Channel Four. Ci pensi? Diventerai famosa, sorellina!”
Tutti scoprono, più o meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche una infelicità perfetta.
Sapevo solo una cosa, ossia che ogni secondo trascorso con lei non faceva altro che accrescere il dolore che avrei provato dopo. Come un tossico che dispone di una scorta limitata, vedevo approssimarsi il momento della resa dei conti, quello dell’astinenza. Più mi facevo piu sarebbe stata dura quando la roba avesse cominciato a scarseggiare.
Io credo nella teoria dell’unico proiettile. Ci si può innamorare molte volte, ma c’è un unico proiettile con inciso un nome. E se sei abbastanza fortunato da venire colpito da quell’unico proiettile, puoi star certo che la ferita non guarirà più.Chissà, forse Roy Lindell aveva il nome di Martha Gessler inciso sul suo proiettile. Sul mio c’era quello di Eleanor Wish. Mi aveva colpito e tanto bastava. C’erano state altre donne, prima e dopo, ma la ferita che lei aveva prodotto non si era rimarginata. Sanguinava ancora e io sapevo che non avrebbe mai smesso. Era così che andava. Nel cuore le cose non finiscono mai.