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Thomas Mann – Libri

Ormai Aschenbach conosceva ogni linea e ogni atteggiamento di quel corpo così squisito e così liberamente rivelato; salutava con gioia sempre nuova ogni bellezza già nota, e non si saziava di ammirare con delicato piacere dei sensi.

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    – L’ho sentito. È per questo che sono scappata.- Cosa hai sentito Chiara?- Una specie di movimento, un guizzo leggero. Ma era dentro di me. Nella pancia. Dentro le ossa e dentro il sangue. Mi ero alzata dal letto spaventata e ho pure tolto l’ago della flebo. Sono andata alla finestra e ti ho vista arrivare zigzagando tra le macchine con un motorino rubato, perché tu non ce l’hai il motorino, e senza casco. Ho pensato che… ecco, che lei potrebbe essere come te. Potrebbe diventare amica di qualcuno e salvargli la vita arrivando su un motorino arrugginito, potrebbe combinare casini e innamorarsi di uno che vede alla stazione, potrebbe avere una memoria formidabile e scoprire la formula che fa diventare le parole poesie e così magari sfamare il mondo con fabbriche di pane o magari potrebbe solamente sorridere e far aprire un mondo.

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    Lui – Dove sono gli occhi tuoi neri,e il profilo tuo da Dea,mi consumo nell’idea,di poterli riveder.Lei – Sono azzurri ora i miei occhi,poiché ho le lenti a contatto,ed il naso l’ho rifatto,deh riconoscimi o mio amor.Lui – Piû non vedo la tua boccapiccolo biocciolo di rosache baciavo voluttuosa.E il tuo virginale senoche tenevo in una manoor mi sembra assai più grandequattro volte crebbe almeno.Lei – Oh mi turba quel ricordoma son io sempre la stessala mia bocca è un po’ più grossaed il seno mio trabocca.Mi cambiò il siliconema non cambiò mai la mia passione.[cantano] Oh, il nostro amor non invecchierà [maie insieme a lui non invecchieremo noianche se non so più chi sonoe non so più chi tu sei.Lei – Il to cuore batte in petto,del tuo ardore sento il suonoma non riconosco il toccodella tua virile mano.Lui – Il mio cuore vecchio e stancosubì un abile trapiantoe la mano non è miaè sintetica, è una protesi.Fu recisa in un duellonel giardin di Fontainebleauun chirurgo la riattaccò.Lei – Oh destino sciaguratocosì tanto ci ha cambiato.Aspettando in speme e piantoanch’io subii un trapiantoe cambiai tre volte sesso,ma il mio amore per te è lo stesso.Lui – Oh destino sciaguratocosì tanto ci ha mutato.Più nasconderlo non possoti dirò la verità.Il tuo amore no, non sonoIl tuo amor morì soldatoma una goccia del suo sanguefu clonata ed io son natocopia esatta e replicantedel tuo antico dolce amante.E l’amor restò ugualenon respingermi anche seio non son l’originale.Lei – Questa verità segretail mio cuore indora e allietaNeanch’io son la tua amatama una copia assai riuscita.Lei la tisi consumòio polmoni non ne ho.O mio ben fai ciò che vuoicon i materiali miei.Il mio cuore tuo saràai voleri tuoi mi arrendoio ti giuro fedeltàecco il mio telecomando.[insieme] il nostro amor non invecchierà maie insieme a lui non invecchieremo noi.[lei inizia a perdere la voce, come se le si scaricasse la pila, come un disco a trentatré giri]Lui – Mimì… Violetta [al pubblico] la pila non le lascia… che poche ore…Lei – Amore… muoio… mi scarico… maledetti!Povera vita mia,ero ancora in garanzia.Dal Libro Le Beatrici.