Oscar Wilde – Libri
L’Accademia è troppo grande e troppo volgare: ogni volta che vi sono stato v’era tanta gente che non ho potuto vedere i quadri, e tanti quadri che non ho potuto vedere la gente, e questo è anche peggio.
L’Accademia è troppo grande e troppo volgare: ogni volta che vi sono stato v’era tanta gente che non ho potuto vedere i quadri, e tanti quadri che non ho potuto vedere la gente, e questo è anche peggio.
Adesso che ho superato giàtanti dolori e possoleggere il mio destino comeuna mappa piena di errori,quando non sento nessuna compassionedi me stesso e possopassare in rassegnala mia esistenza senza sentimentalismi,perché ho trovato una relativa pace,lamento solo laperdita dell’innocenza.Mi manca l’idealismo della gioventù,del tempo in cui esisteva ancora per meuna chiara linea divisoriatra il bene e il malee credevo che fosse possibile agiresempre in accordo conprincipi amovibili.
L’uomo, povera, goffa, ingenua creatura, appartiene a un sesso che è stato razionale per milioni e milioni di anni. Non può evitare di esserlo. È la sua natura. La storia della donna è assai diversa. Noi donne siamo sempre state pittoresche proteste contro la semplice esistenza del buon senso. Ne abbiamo visto i pericoli fin dall’inizio.
Potevi pensare che era matto. Ma non era così semplice. Quando uno ti racconta con assoluta esattezza che odore c’è in Bertham Street, d’estate, quando ha appena smesso di piovere, non puoi pensare che è matto per la sola stupida ragione che in Bertham Street, lui, non c’è mai stato. Negli occhi di qualcuno, nelle parole di qualcuno, lui, quell’aria, l’aveva respirata davvero. Il mondo, magari, non l’aveva visto mai. Ma erano ventisette anni che il mondo passava su quella nave: ed erano ventisette anni che lui, su quella nave, lo spiava. E gli rubava l’anima.In questo era un genio, niente da dire. Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente.(da “Novecento”)
Mi chinai a sfiorargli le labbra morbide. Col secondo bacio gli morsi leggermente il labbro superiore, facendolo gemere. Mi ricambiò prendendomi il viso tra le mani, come per bermi, teneramente, bramosamente, come per assaporare un vino pregiato fino all’ultima goccia.
E così gli orsi sono in grado di fabbricarsi la propria anima…
Lena, per favore, non essere triste. Non essere mai triste perché credi che io non ti ami.