Khaled Hosseini – Libri
Non sapevo più in che mese o anno fosse successo. Ma il ricordo viveva in me, un frammento di passato perfettamente conservato, una pennellata di colore sulla tela della nostra vita che era diventata vuota e grigia.
Non sapevo più in che mese o anno fosse successo. Ma il ricordo viveva in me, un frammento di passato perfettamente conservato, una pennellata di colore sulla tela della nostra vita che era diventata vuota e grigia.
L’ultimo sconsolato bang della mia lattina di Desolazione nel vuoto della valle, che ascolto con soddisfazione, nudo. Lontano, lontano alle porte del mondo c’era il vortice di vento che ammoniva come tutti noi saremo spazzati via come trucioli e piangeremo. Uomini dagli occhi stanchi ora lo capiscono, e attendono di deturparsi e putrefarsi, nonostante questo essi conservano egualmente nel cuore il potere d’amare, non so più cosa significhi quella parola. L’unica cosa che voglio è un cono gelato.
Lei mise la mano sulla stella gialla cucita sul davanti della camicetta. “È per questa, vero? Tutti ce l’hanno qui”.Il padre le rivolse un sorriso triste.”Sì, è per questa” “Non è giusto papà” sibilò, aggrottando la fronte. “Non è giusto!”.
Quando si ama la vita in tutte le sue forme, quelle del passato quanto quelle del presente, è del tutto normale che si legga molto.
Ciao Caro,sai, ogni tanto mi viene il dubbio: vale la pena di amare se poi rischi di starci male? Adesso mi sembra di no. Adesso mi sembra che tutti i sorrisi che abbiamo smezzato non bastano. Tu dici che “Se ami soffri però almeno ami, se non ami soffri lo stesso e non hai niente in cambio”. Forse hai ragione tu. Stasera penso a noi, in esclusiva. Ti ricordi la prima estate che sono andata al college? Tre settimana da sola, con la paura di perdermi a St. James Square o in qualche altra piazza straniera. Tu mi hai detto “Oh, se ti perdi, scrivi!”. Bè, io stasera mi sento persa e allora mi armo di una penna e cerco di prendere a calci tutti i miei fantasmi. Alla fine, è giusto così. È il tuo volo, prendilo! Vattene da tutto e da tutti! Però scrivimi! Mandami una lettera, un messaggio, un piccione viaggiatore, insomma, lanciami un segno di vita e io starò qui pronta, in ricezione. Poi, magari, quest’estate ti raggiungo per qualche giorno: ci facciamo una foto come due sceme, con le nacchere e il sombrero; c’ingozziamo di tapas e giù un buon vino catalano; c’innamoriamo di qualche ballerino, di un banderas, di un ragazzo visto al parco, di un cameriere gentile. Goditela, Caro. Io starò in una tasca della tua valigia, starò lì quando qualche compagna di stanza ti chiederà di metterle l’ombretto e starò lì anche quando un ragazzo passerà la serata con te, ti chiederà cose c’è di bello a Roma e un po’ ti mancherà questa città del cavolo, da cui non vedi l’ora di scappare. Parti. In fretta! Senza rimpianti! Però, tra un anno, arriva puntuale. Io ti aspetterò Al 19. Prenoto due crepe alla Nutella, anzi tre, che magari col viaggio di ritorno, ti sarà venuta fame. E smezzeremo anche quella terza crepe, come abbiamo sempre smezzato tutto. Ti voglio bene, Caro, bene davvero.Alice.
Ogni libro è meraviglioso dal suo inizio alla fine. Ma credo che la vera meraviglia che in tutto il libro noi sfioriamo, riusciamo a toccarla veramente quando il libro è finito. Dopo la sua fine ci regala dieci minuti di silenzio in cui ci sentiamo totalmente padroni fragili di noi stessi e l’unico desiderio che scoppia nel cuore è quello di essere valorosi. Ecco, dopo tutto questo c’è un profondo sonno. Al risveglio, se il libro è davvero un buon libro condurremo delle azioni per essere davvero valorosi, se il libro non lo è tutto passerà inosservato e quelle magiche persone della sera precedente saranno le persone di sempre.
Sto piangendo. Dopo tanti anni piango ancora per loro. Calde lacrime scivolano lungo le rughe del mio viso, finché l’aria non le asciuga, lasciandomi piccole chiazze fresche e appiccicose sulla pelle.Sylvia è tornata da me. Mi terge allegramente le guance con un fazzolettino di carta. Per lei le mie lacrime sono solo il frutto di qualche difetto nelle tubature. Un altro dei segni inevitabile e innocui della mia grande vecchiaia.Non sa che piango per i tempi che cambiano, che, rileggendo le mie pagine preferite del libro della memoria, sento nascere dentro la speranza in una conclusione diversa, la speranza disperata che la guerra non ci sia. Che questa volta, in qualche modo, ci lasci in pace.