Paulo Coelho – Libri
Il guerriero che crede nel suo cammino, non ha bisogno di dimostrare che quello degli altri è sbagliato.
Il guerriero che crede nel suo cammino, non ha bisogno di dimostrare che quello degli altri è sbagliato.
Aveva trascorso tutti quegli anni lontana da se stessa. Un campo arido, riarso, al di là di ogni lamento o desiderio, al di là del sogno, della delusione. Il futuro non aveva importanza. E dal passato aveva appreso solo questa lezione di saggezza: l’amore era un errore pericoloso e la sua complice, la speranza, un’illusione insidiosa. E ogni qualvolta quei due fiori velenosi incominciavano a sbocciare nella terra assetata di quel campo, Mariam li sradicava. Li sradicava e li gettava via, prima che potessero attecchire.
Il guerriero, non si lascia scoraggiare. Accumulare amore significa fortuna, accumulare odio vuol dire calamità. Un guerriero della luce sa che, nel silenzio del suo cuore, c’è un ordine che lo guida.
Siamo umanitari e nobili, non abbiamo intenzione di conquistare altre razze, vogliamo solo trasmettere i nostri valori e in cambio impadronirci del loro patrimonio. Ci crediamo cavalieri dell’Ordine del Santo Contatto. Questa è una bugia. Noi cerchiamo solo l’uomo. Non abbiamo bisogno di altri mondi, abbiamo bisogno di specchi. Non sappiamo che cosa farcene di altri mondi. Uno ci basta, quello in cui sguazziamo. Vogliamo trovare il ritratto idealizzato del nostro mondo! Cerchiamo dei pianeti con una civiltà migliore della nostra… ma che sia l’immagine evoluta di quel prototipo che è il nostro passato primordiale. Dall’altro lato, c’è in noi qualcosa che non accettiamo, contro cui lottiamo; ma che comunque resta, perché dalla terra non abbiamo portato un distillato di virtù o una statua alata dell’uomo! Siamo arrivati qua così come siamo realmente, e quando l’altra faccia, cioé la parte che manteniamo segreta, si mostra com’è veramente… non riusciamo ad andarci d’accordo.
Se davanti a Dio desiderare la morte è peccato, odiare la vita non è forse altrettanto grave?
“Nella dissertazione che sto scrivendo, e che presenterò all’accademia delle scienze slovenie [il dottor Igor non voleva diffondersi in particolare sul Vetriolo], cerco di studiare il comportamento umano detto ‘normale’. Molti medici prima di me l’hanno studiato, giungendo alla conclusione che la normalità è solo una questione di consenso. Ossia, se molta gente pensa che una cosa sia giusta, quella cosa lo diventa. […]”Beh adesso veniamo alla tua malattia. Ogni essere umano è unico, con le proprie qualità, i propri istinti, le proprie forme di piacere, il proprio spirito d’avventura. Ma la società finisce per imporre una mniera collettiva di agire: nessuno si ferma mai a domandarsi perché sia necessario comportansi in quel modo. Ci si limita all’accettazione. Nel corso della tua esistenza hai mai conosciuto qualcuno che si sia domandato perché le lancette dell’orologio si muovono in una direzione, e non in quella opposta?””No””Se qualcuno lo domandasse, probabilmente si sentirebbe rispondere ‘ma tu sei matto!’ Se insistesse nella domanda, dapprima le persone tenterebbero di trovare una ragione, poi cambierebbero argomento, perché nn può esistere alcun motivo oltre a quello che ti ho spiegato. Ora ripeti la tua domanda.””Sono guarita?””No. Tu sei una persona diversa, che vuole essere uguale. E questo, dal mio punto di vista, è considerato una malattia grave.””È grave essere diversi?””È grave sforzarsi di essere uguale. È grave voler essere uguale, perché questo significherrebe andare contro le leggi di Dio che, in tutti i boschi e le foreste del mondo, non ha creato una sola foglia identica a un’altra. Ma tu ritieni che l’essere diverso sia una follia, e perciò hai scelto di vivere a Villete. Perché qui, visto che tutti sono diversi, diventi uguale agli altri. Capito?”Mari fecce un cenno con la testa.
Cosa faresti se ti innamorassi di me?