Isabel Allende – Libri
Seppe che amarla era il suo destino inesorabile.
Seppe che amarla era il suo destino inesorabile.
L’uomo non ha bisogno di essere comandato, ma di comandare.La brama di potere ha trasformato gli uni in padroni e gli altriin schiavi e un po’ alla volta questi ultimi hanno accettato il poteredegli altri e la propria sottomissione, si sono adeguati, sisono rassegnati e per loro adesso avere un padrone è normale,ma noi siamo cani randagi, azzanneremo i padroni che vorrebbero metterci al guinzaglio e sottrarci l’osso che ci siamo procurati con le nostre forze.
Odiami. Detestami con tutte le tue forze, Hikaru… odiamo fino al punto di non volermi più vedere. Altrimenti… non sarò capace di lasciarti andare.
Scrivere è parlare e parlarsi. La parola è troppo bella perché siamo noi, ognuno di noi; se solo sapessimo apprezzare le parole (senza buttarle), imparando ad accarezzarle, sarebbe un mondo – forse – diverso! Ho, sin da piccolo, percepito la parola come suono melodioso che penetra il cuore perché è attraverso la parola che si scopre un mondo. Tutto è parola e senza la parola le meraviglie del mondo non sarebbero state come sono perché è la parola a rendere l’anima di ogni cosa. Negli anni, ho scoperto che la parola, adagiata su un foglio bianco, diventa una foto; si, proprio così, rende un’immagine, sprigionando forza/luce evocativa/emotiva. Accarezzando il foglio con l’inchiostro, ritrovo me stesso – anzi – l’altro me stesso: mi scopro passo dopo passo e, scoprendo me stesso, scopro anche gli altri. Scrivo perché tante emozioni vanno trascritte per non essere temute o dimenticate.
L’ispirazione non da preavvisi.
Harry Potter: “L’uomo di Silente, fino in fondo”.
Guardo il mio delizioso dolce di cioccolato, piccolo e ricco, con una piccola di gelato color oro, al caramello salato. Alla mia sinistra, c’è un piatto con sopra una scatolina di velluto celeste.”Zoe”, mi dice David, prendendomi la mano. Lo guardo e sono letteralmente incapace di parlare. “Sai che ti amo”. Deglutisce, e il cuore mi si ferma per un istante. “Voglio che tu venga in America con me, come mia fidanzata, o ancora meglio come mia moglie”. Allunga delicatamente il braccio alla mia sinistra e apre la scatolina per mostrarmi il solitario enorme. “Mi vuoi sposare?” Mi dice a bassa voce.”Si”, sussurro.David sorride trionfante e si sporge a baciarmi attraverso il tavolo. Ricambio il bacio, ancora incredula per quel che è appena successo.