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Daniela Manzini Kuschnig – Libri

Le coseVorrei scrivere di qualcosa di bello, magari non di particolarmente profondo, ma almeno spiritoso ed insieme aggraziato giusto per far sorridere chi leggerà, ma non mi viene in mente niente di simpatico, nice, si dice così. Mi scorrono davanti agli occhi immagini strane e confuse, ricordi velati dal tempo, storie che qualcuno mi ha raccontato, un’accozzaglia di colori riveste un’accozzaglia di sensazioni: niente digratificante.Sarà l’età. O l’ora tarda. È notte e sono sola in casa, perché tutti dormono profondamente e perciò sono come assenti. Non c’é un figlio con cui discutere, o peggio gridare – non se ne parla fra di noi di comunicare ragionevolmente, siamo troppo simili o troppo dissimili, non so-, non c’é marito con cui litigare per le spese di casa e i soldi che non bastano mai e per il figlio che non é venuto su come luivoleva o come io speravo, non c’é nessuno, solo ombre s’addensano nel corridoio, là dove sfuma la luce dello studio e l’unico rumore é il fruscio dei tasti del computer sotto le mie dita. (da “Le farfalle”)

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    Praticamente sto avendo una bambina con la mia ex. C’è chi dice che non bisogna tornare con gli ex perché la minestra riscaldata non è buona… a me il cibo riscaldato piace da matti. La pasta al forno, la polenta, il minestrone, la pizza… sara questione di gusti.

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    Quando le parole non bastano più. Perché dentro brucia qualcosa che non si può dire… che non si riesce a dire. Quando chi hai di fronte invece di darti le risposte che vorresti, dice altro. Dice di più. Dice troppo. Quel troppo che è niente. Che non serve a nulla. E fa male il doppio. E l’unico desiderio è restituire quel dolore. Fare male. Sperando così di sentirsi un po’ meglio.

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    […] “Il pensiero di perdere la mia bambina mi spaventa ogni giorno. Sono perfino nervoso di portarla in macchina per paura di fare un incidente. Giuro che se mai mi troverò nella tua stessa situazione, cioè il divorzio, lotterò fino alla morte per mantenere il diritto di provvedere a mia figlia. Farò l’impossibile per ricordarle che l’amo più di quanto ami me stesso. Non perché è il dovere di padre ma perché desidero farlo per l’amore che provo. E se io e Courtney finiremo per odiarci a morte, saremo entrambi adulti e responsabili a sufficenza da trattarci civilmente in presenza di nostra figlia.”[…] “Non ricordo mia madre parlare male di te fino a molto tardi, cioè intorno ai miei ultimi due anni di liceo. Ed era un momento in cui tiravo le mie conclusioni e non avevo bisogno di quelle di mia madre. Certo, dopo aver colto il mio disprezzo nei confronti tuoi e della tua famiglia, ha agito sui miei sentimenti senza perdere l’occasione di sfogare le sue frustazioni verso di te. Ogni volta che parlava male di te le ho sempre fatto capire che non gradivo e che non ce n’era bisogno. Non ho mai preso parti, né con te né con mia madre, perché mentre crescevo provavo un uguale disprezzo per entrambi”.

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    Sapete cos’è un principe ebreo, vero?(A questo punto inarco le sopracciglia).Se non lo sapete, vi insegno un modo semplicissimo per riconoscerlo. Basta una sola domanda. “Dov’è il burro?” (Una lunga pausa, per permettere all’ilarità di diffondersi tra il pubblico).Bene, sappiamo tutti dove si trova il burro, non è vero? (Sorrisetto).Il burro è nel frigorifero, nell’apposito scomparto, all’interno della porta, su cui c’è scritto “burro”.(Altra pausa).Il principe ebreo, quando chiede dov’è il burro, in realtà intende dire: “Portami il burro”, ma siccome è troppo furbo per scoprirsi fino a questo punto, aggira l’ostacolo chiedendo: “Dov’è?”.(Pausa).E se gli dite: (Urlando).”è nel frigo…”(Con voce normale)e lui va a vedere, a questo punto si verifica un fatto interessante, un fenomeno fisiologico che non è ancora stato studiato a sufficienza.(Pausa).La luce del frigo sulla cornea del maschio provoca…(Pausa)la cecità. (Lunga pausa)”Non riesco a vederlo”, dice il principe ebreo. (Altra pausa)Questo è solo uno dei tanti modi in cui la sua natura principesca si manifesta. Un altro è quello di chiedere: “c’è del burro?” (Pausa).Sappiamo tutti di chi è la colpa se non ce n’è, vero?(Altra pausa).Quando è particolarmente abile, il principe ebreo mette le cose in modo da farvi credere che siano solo la vostra incredibile saggezza, la vostra perspicacia e la vostra creatività a interessargli. “Credi che ci starebbe bene un po’ di burro con questo?” Domanda.(Pausa).”Questo” di solito è una fetta di pane tostato.(Pausa).Ho sempre pensato che il concetto di principe ebreo sia stato introdotto da un potenziale principe ebreo che non è mai riuscito a farsi portare il burro da sua moglie.