Andrea De Candia – Morte
La mia paura più grande è quella di morire senza aver realizzato i miei sogni.
La mia paura più grande è quella di morire senza aver realizzato i miei sogni.
Il nostro carattere è composto da un Dio umano e da un umano Dio.
L’attesa straziante, poi la chiamata, la mia faccia sconvolta, sembravi una farfalla con un’ala spezzata.No, non cadere, almeno non ora qui c’è bisogno, di te, ancora.No, non andare. Io voglio sperare che un giorno da te possa tornare. Poi quando la vedo, non posso più sognare, lei per mano ti prende e lontano da me ti vuole portare! “Ti chiedo ancora, quei 5 minuti che prima di ora son stati scontati, ti chiedo soltanto di lasciarla andare, al posto suo, io, potrei andare” ma lei non mi ascolta e passando impettita, con falce e una torcia, la vedo, sbiadita.No, non andare, non posso più sperare. Ora devo gridare tutto questo male, che mi logora dentro come un animale.No, non andare, non mi lasciare.Qui sola al buio… Io non so più camminare!
E se gli angeli scelgono per la vita di uno la morte di un altro, si angosceranno non per le repliche a frotte, se e quando l’odio abbandonerà la loro mente, ma per quello perduto, il rimedio che splende troppo lontano alle spalle, vago e informe come dietro un mare d’acqua, in una strada su cui nessuna macchina del tempo potrà fare ritorno.
La morte non prende mai il saggio di sorpresa. Egli è sempre pronto ad andare.
Duro è il dilemma della vita, che legato alla morte crea una contraddizione che prevarica il nostro cuore e crea profonde e cicatrici insanabili.
Se si aspetta di morire per scoprire la vita dopo la morte, non si trova nulla.