Giorgio De Luca – Morte
Non sapremo mai quale vestito indosserà il nostro ultimo tramonto.
Non sapremo mai quale vestito indosserà il nostro ultimo tramonto.
La malattia è la ribellione della nostra eternità contro il suo seppellimento ad opera dell’ego.
La vita è un fiume di tristezza che sfocia nella morte.
Vergogna. Ma che cosa si cela nei cuori così pieni di odio e cattiveria di costoro? Era un tenero germoglio che si apprestava a diventare un albero imponente. Era un battito forte che scandiva il tempo con il sorriso sincero, forte della gioventù. Era un’anima nobile che teneva una sana vita: la sua! Non aveva atteggiamenti dannosi, non apparteneva alla violenza, desiderava forse essere amato e accettato, lui era un bambino tranquillo che aveva i suoi timori, le sue paure, le sue fragilità, problemi che si hanno a quell’età, aveva il diritto e il dovere di crearsi una propria vita, qualsiasi immagine rappresentava era sua scelta, ma qualche branco di pecore arrabbiate con loro stessi l’ha preso di mira colpendolo forte nel suo orgoglio, ferita che per lui è stata mortale. Oggi è un corpo senza battito, un’anima ferita, un germoglio maltrattato che è stato sradicato dalla sua terra, allontanato dall’Amore dei suoi cari, il suo gesto sconvolge ogni regola, assurda irragionevole, non rimarrà impunito. Nessuna legge condanna quando la vita stessa e questo peccato non sarà lasciato impunito. Se dentro vi canta un grande amore per la vita non sopprimetelo dateci un cielo azzurro dove lui possa volare.
Se credi nell’amore alimenta la fiammella, non lasciarla mai a temperatura bassa.
Giova ciò solo che non muore, e solo per noi non muore, ciò che muor con noi.
Se vedi avvicinarsi l’ombra, allunga il passo, non farti raggiungere.