Edvania Paes – Morte
Mentre qualcuno festeggia una nascita, un compleanno o una rinascita. Qualcun altro muore.
Mentre qualcuno festeggia una nascita, un compleanno o una rinascita. Qualcun altro muore.
Anche quando sono a pezzi, faccio sempre il pieno di tutto: gioie, dolori, benzina, malgrado la gioia di fare il pieno sia un eterno dolore.
Tutto il mio Destino, per un solo Amore. Lei veste Nero e porta fiera… la Falce della “Libertà”.
La morte serve solo ai vivi, è una lezione impartita dalla vita, per far si che l’uomo apra gli occhi sulle cose importanti da amare e curare lungo il tragitto della sua esistenza. È una lezione che come morale dovrebbe portare alla felicità dell’essere umano. Ma i vivi la imparano solo a memoria, senza capirla, e la morte deve colpire ancora per ricordare e far vedere ciò che rifiutiamo di capire.
Non fidatevi dalle mie parole. Non mi fido neanche io. Sono come un orologio senza lancette. Fidatevi piuttosto dei miei silenzi. Sono molto più coerenti.
Se mi bastassi essere un ricordo, sarei un souvenir. Non una persona.
Vorrei per gioco strapparmi il cuore, e cogliere in quel lungo e intenso attimo l’essenza di quel dolore, che a volte si prova per un’amore perduto o ancora peggio per un amico deceduto. Per l’emozioni vissute che sembran sbiadite dal tempo tiranno che l’ha logorate, ma mai cancellate. Sfoglio nel diario dei ricordi, trovo gli amici che avevo, l’incontro oggi in un triste mutismo, ma mamma mia allora quanto ridevo, un lacrima inumidisce il mio viso, che con il mio cuore i ricordi aveva sfogliato, per trovare un amico ormai sopito in un sonno eterno e nel marmo scolpito.