Edvard Munch – Morte
La malattia, la follia e la morte, erano gli angeli neri che si affacciavano sulla mia culla.
La malattia, la follia e la morte, erano gli angeli neri che si affacciavano sulla mia culla.
Quante volte si muore una vita? Quante? E quante altrettante volte si vive? Se ne perde il pensiero, si dimentica per difendersi, e ti nascondi dietro una scia di un soffio, dietro un velo, per morire ancora ed ancora, che se non si è mai morti, non si è mai vissuti.
La morte si prende gioco di noi, lasciandola fare, la renderemo vittima dei suoi stessi giochi.
Quando il cuor si spegnerà tutto svanirà anche la libertà…
Ora, dannate Tenebre che tanto m’avete perseguitato… accogliete questo spirito.La morte in fondo, non è poi così male per chi… non ha mai conosciuto la gioia di vivere.
C’è chi ci va con gioia, c’è chi ci va con dolore… c’è chi ti manda per errore e chi per amore… c’è chi aspetta con fervore e chi invece ne ha grande terrore… ma tutti prima o poi andremo al Creatore.
Stiamo in prima linea, in attesa di morire. Ma anche qui appare un grande capo, che va al fronte senza chiedere il permesso.