William Shakespeare – Morte
Com’è vero ch’io amo più l’onore del nome mio, io non temo la morte. -da “Giulio Cesare”
Com’è vero ch’io amo più l’onore del nome mio, io non temo la morte. -da “Giulio Cesare”
Se devo morire, fatemi morire in una locanda.
Essere saggio e amare eccede le capacità dell’uomo.
Parliamone.Credi davvero che io sia un nemico malvagio?Quando io arrivo, nei cuori degli uomini, comincia a fare un freddo polare, ed io mi chiedo perché?Lo sai, è da quando ci sei tu, che esisto anche io, eppure tu non ti sei mai interessato a me. Non mi hai mai prestato attenzione, se non sguardi carichi di odio e rancore.Vorrei chiarire una cosa, una volta per tutte.Io non mai ucciso nessuno.Chiaro!?Io sono solo un ponte, dannazione!Un semplice, sorpassato e vecchissimo ponte!
Ognuno affronta la morte a modo suo. Chi avvolto in una disperazione acuta, chi speranzoso nell’eternità. Chi interrogandosi sul aldilà.
I morti parlano, i morti ascoltano, i morti esistono e nel ricordo… essi rivivono fra i tristi battiti del cuore!
Sono budista e ciò prevede la riencarnazione. Ma non l’ho ben metabolizzata.