Giuliana Zarantonello – Nemico
E puoi fidarti di tutti, ma non ti devi fidare di nessuno, perché incontrerai sempre chi nella vita userà le tue confidenze come armi per ferirti e per farti del male.
E puoi fidarti di tutti, ma non ti devi fidare di nessuno, perché incontrerai sempre chi nella vita userà le tue confidenze come armi per ferirti e per farti del male.
Il problema è che, quando è la mente ad essere malata, non c’è speranza di tirar fuori un discorso intelligente o qualcosa che dia la speranza che certa gente possa capire che fa solo la parte della deficiente.
Quanti pagliacci a questo mondo, quanti finiti amici, quante doppie facce, eppure sarebbe tanto bella la vita se tutti fossero veri e sinceri, quanto costa esserlo, niente, ma evidentemente c’è chi fa della falsità il suo stile di vita.
Al giorno d’oggi meglio farsela coi nemici che con gli amici, almeno dai primi sai cosa ti aspetti, dai secondi dietro al sorriso c’è una iena.
I paesi di provincia per definizione sono comunità, ma a volte di comunità hanno ben poco, chi viene da fuori non è ben visto, c’è astio, odio. Fino ad arrivare a coprire le più schifose nefandezze pur di salvaguardare la loro presunta quanto falsa integrità. Dio vi fulmini ad uno ad uno fino, all’ultimo che respira vi venga reso tutto il male, tutto il dolore che avete causato e ancora causate!. dicono che chi ricorda porta rancore, no chi ricorda vuole giustizia, non vendetta. Solo giustizia, quella giustizia che dall’uomo non verrà mai.
Quello che il Male ottiene, sperando di trasformarsi in quello che vorrebbe, ma non può diventare, è logico che agisce contro di lui, si “rivolta” contro chi nasconde scopi di dominio e possesso dietro la sua falsa verità. Qual è la falsa verità? Saperlo è superfluo, perché qualsiasi legge agisce da sé, senza volontà esterne o interne. Quelli che si stanno facendo un mazzo così, ventiquattrore su ventiquattro, con la convinzione di poter mutare le leggi del cosmo in cui vivono, e salvarsi così dalle loro azioni, io non li capisco. È così che rovinano il mondo, ottenebrati dal desiderio di luce, come fosse roba da avere, una quantità superiore a quello che la materia può reggere la fa crollare invece di sorreggerla. Come mai “il creatore” se la prende proprio adesso, a danno fatto, e continua a considerare salvezza quello che è la Sua condanna, è il segno che dovrebbe seriamente rivalutarsi, ma visto che nessuna volontà o spiegazione o avvertimento potrà distoglierlo dalle sue ambizioni e da quelle del Messia, le leggi senza volontà che cerca di conquistare e mutare lo porteranno dove, con le azioni più vili, voleva evitare di andare. L’inferno, il suo habitat naturale.
La violenza è un suicidio.