Salvatore Salvax Calabrese – Paradiso & Inferno
Il prostrarsi ai piedi di certe persone è segno che si è arrivati all’ultimo gradino davanti allo spalancarsi delle porte per l’inferno.
Il prostrarsi ai piedi di certe persone è segno che si è arrivati all’ultimo gradino davanti allo spalancarsi delle porte per l’inferno.
C’è un inferno da cui fuggire e un paradiso in cui restare, ecco cosa rappresenta la scrittura. Puoi diventare qualunque cosa e mimetizzarti, puoi trasformarti divenire per poi ritornare allo stato originario. La scrittura non ha dogmi rigidi, non rema contro la natura di chi la usa e non ha perimetri.
Mi parlano di inferno, come se io fossi inesperto o ingenuo. Ci sono soltanto inferni: la nostra libertà consiste unicamente nella possibilità di sceglierne uno e di restarvi sepolti, finché la cattiveria del prossimo o la nostra stanchezza non ci precipita in uno diverso, e il passaggio, il cambiamento ci pare una caduta, ed è invece un girarsi sull’altro fianco.
In paradiso per ognuno di noi, buoni o cattivi, chi ha dato meno o chi ha dato di più, non ci saranno posti di prima classe. Che tristezza!
Il non sentirsi amati e il non amare: questo è l’inferno.
Dodici galline e un gallo mangiano quanto un cavallo.
Il vero amore non finisce mai. È la voglia di amare che si esaurisce!