Roberto Gervaso – Paradiso & Inferno
Se esistesse l’aldilà, la sofferenza eterna non sarebbe meno monotona dell’eterna beatitudine.
Se esistesse l’aldilà, la sofferenza eterna non sarebbe meno monotona dell’eterna beatitudine.
L’ozio è lo snobismo della noia.
Per alcuni di noi, per cui la vita è o bianca o nera, o tutto o niente, o dentro o fuori, senza mezze misure…l’essenza di ogni oggetto che possiamo possedere, dal più scontato al più raro, viene massimizzata, fondamentalmente privandosene. Perché solo la privazione aumenta il desiderio. E quando il desiderio è estremo, la sua percezione e intensità sono equivalenti a quelle di un orgasmo. Ebbene si. Bisogna fare l’amore. Fare l’amore con il cibo, con le proprie passioni, con la propria mente, con il proprio corpo, con il proprio uomo. E fare l’amore significa arrivare allo stremo delle energie fino a far male, a far mancare il respiro, a nauseare. Una sorta di masochismo paradossalmente rigeneratore, che si raggiunge solo rendendo esclusivo l’approccio con l’oggetto. L’abitudine è assuefazione che sminuisce il suo straordinario valore. Per questo bisogna fondamentalmente privarsene…
I vent’anni sono più belli a quaranta che a venti.
Non ho ancora capito se il mondo mi va troppo largo o troppo stretto.
Mi avevano detto che l’amore è incomprensibile e misterioso, ma non avrei mai immaginato quanto, se non fossi scesa all’inferno a constatarlo di persona.
Spesso si indossano gli abiti del proprio inferno e non si gode del paradiso che è steso al sole.