Jacqueline Miu – Paura & Coraggio
Il buio che mi circonda esce fuori da un libro con marinai mai vinti dai flutti e con chiglie robuste contro l’aspra sorte che ama l’uomo capace di tracciarsi da solo una mappa.
Il buio che mi circonda esce fuori da un libro con marinai mai vinti dai flutti e con chiglie robuste contro l’aspra sorte che ama l’uomo capace di tracciarsi da solo una mappa.
Non chiamiamo l’incoscienza coraggio, e non confondiamo il rispetto con la paura, poiché così facendo faremmo di un’incosciente un valoroso, di un saggio un vile e di uno spietato tiranno una rispettabile persona.
Chi ha coraggio, piange da solo e ride insieme agli altri.
Il mondo certe volte fa paura. Mi spaventa anche guardarlo. Mi fanno paura la cattiveria e anche le persone che hanno quella capacità di guardarti dentro senza dire una parola. Fa paura essere completamente a nudo con l’anima.
Quello di “mettersi a nudo” è un atto di grande fiducia. Ma per aprirsi agli altri, per sconfiggere quel turbamento interiore scaturito da un’intima battaglia tra il dire e il custodire in segreto, ci vuole anche un gran coraggio. Superare quella stretta al cuore, quel rossore delicato, quel soffio di calore alle guance non è sempre un’impresa facile.
A volte è la paura d’aver coraggio che ci tiene prigionieri.
È giusto aver paura, quasi normale tremare per qualcosa di stupido. Siamo esseri paurosi, incapaci di oltrepassare il limite. Spesso la paura si impossessa di noi, come se fosse davvero l’unica cosa per cui è necessario vivere. Fissiamo il punto che ci fa paura e facciamo di tutto pur di evitarlo. Ma è davvero giusto? Tutti hanno paura, chi più chi meno. Ma il vero coraggio umano consiste nel guardare quel punto, ammirarlo con circospezione e poi lentamente osservare la strada che ci conduce ad esso. Siate certi… quella strada sarà sempre obliqua, non troverete mai fiori nel percorso. Perciò, camminate pian piano, passo dopo passo, e se vi può consolare prendete la mano di qualcuno d’importante. Vedrete quel punto ingrandirsi sempre più finché non vi avvicinerete e lo sfiorerete con un dito. Potranno volerci giorni, mesi, anni. Prendetevi il tempo che vi occorre, ma promettete a voi stessi che un giorno toccherete quel punto e allora sorriderete dolcemente… con la consapevolezza che quella paura che definivate “mostro” sarà solo una semplice sirena, gentile e delicata. E allora vi crogiolerete in un profondo respiro, sereni di aver ricominciato a sperare.