Francesco Iannì – Poesia
Quando scrivo, metto su carta il mio cuore. E il mio cuore non può mica piacere a tutti.
Quando scrivo, metto su carta il mio cuore. E il mio cuore non può mica piacere a tutti.
La poesia è qualcosa di semplice ed intenso che và soltanto colto. Può esserlo il sorriso di un bambino quando ci guarda con gli occhi pieni di gioia ed ammirazione, un volo di un’aquila in alto nel cielo, una luce neon offuscata da una notte piovosa e nebbiosa, un fiore in mezzo ad un prato, un dolce suono che pervade i nostri sensi, una frase in un libro o su di un muro, la fresca rugiada sui fili d’erba di un freddo mattino. Tutto quanto che sappiamo cogliere attorno a noi possiamo plasmarlo in poesia. Il poeta è un osservatore instancabile che tiene il propri sensi sempre aperti e che sa infondere al dettaglio la più alta essenza di se.
Questa è l’epoca dello sberleffo gratuito, in cui, indubbiamente, predomina il sentimento della frustrazione.
La poesia nacque la notte in cui l’uomo contemplava la luna pur consapevole che non era commestibile.
Quando il pensiero sostituisce l’azione e le aspettative la gratificazione immediata, si rischia di perdere il contatto con il flusso della vita.
La poesia è una mano gentile,che carezza l’anima,per mitigarne i tormentio un canto celestiale,che innalza le note di gioia,fino a sfiorare le stelle.
Saper ascoltare è una dote innata di poche persone, di quelle consapevoli della diversità degli esseri umani apparentemente simili, ma, infondo, così diversi da apparire al tempo stesso fratelli e lontani.