Andrea De Candia – Poesia
I poeti già sono pochi, ma ancora più pochi sono quei poeti grandi nella semplicità.
I poeti già sono pochi, ma ancora più pochi sono quei poeti grandi nella semplicità.
L’unica poesia che ho vissuto è quella che non ho scritto.
Se i poeti perdono, il mondo non vincerà.
Non scrivo per riempire un foglio, ma per svuotare l’anima.
Albero nascente dai floridi fior dell’età aspra, posa sulla fiorita piaggia, lo zeffiro accarezza l’arboscello di gaggia, il sole circonfonde d’alma, l’erba ride a uno stato soave. Un canor cinguettio di augelletti è la favola bella dei pargoletti fiori accolti con calma. Or volge l’anno e diventò un tronco dal curo fanciullo, un color bianco lo disfiorò dal breve mistero di terra e di fango. Apri gli occhi fior dell’età non diventar aspro prima di maturar.
La sensibilità che diviene poesia abbraccia la vita in tutte le sue malinconiche o agrodolci manifestazioni. È difficile scrivere nell’attimo in cui sei felice, sei impegnato a viverlo e basta, il momento successivo in cui lo vedi scivolare dalle tue dita è il “momento” della poesia per chi non può farne a meno. Ed in questo senso lo trasfigura, trasportandolo in una diversa dimensione, quasi a staccarlo da noi stessi e a vederlo con occhi diversi.
Le belle parole dei saggi e dei poeti di tutto il mondo mi aiutano spesso a dire quello che non so esprimere.