Silvana Stremiz – Religione
Per alcuni la speranza è “Dio”, per me è il domani, quel giorno che deve ancora compiersi, candido, pieno di futuro.
Per alcuni la speranza è “Dio”, per me è il domani, quel giorno che deve ancora compiersi, candido, pieno di futuro.
Quello che ancora i fedeli non hanno capito di me è che io non voglio conoscere la Bibbia. Io voglio conoscere l’uomo che mi parla di Dio.
Tutte le istituzioni nazionali della chiesa, sia ebrea, che cristiana o turca, mi sembrano nient’altro che invenzioni umane, collocate per terrorizzare e schiavizzare l’umanità, e monopolizzare il potere e il profitto.
Sarà che io do un certo valore all’amicizia, sarà che non sopporto la cattiveria del falso, sarà che preferisco restare da sola piuttosto che in compagnia dell’ipocrisia, sarà che la parola amico ha un significato consistente per me, ma non sopporto quelli che con ipocrisia fingono di volerti bene, accarezzandoti con la mano destra mentre con la sinistra ti stanno pugnalando. Non sopporto quelli che alla fine di un’amicizia “sparlano” sperando di colpirti nell’animo e quello che sopporto ancora meno, è lo stupore di cui si vestono quando decidi di andartene, pur sapendo che era inevitabile dopo tanto sangue. E magari hanno anche il coraggio di chiamarti “amico mio”.
Quando scaviamo nel passato dobbiamo mettere in conto che può spuntare il dolore.
C’è chi sostiene che l’amicizia non esista veramente, che dietro si cela l’opportunismo. Questo vale…
Lo spirito è l’anima di una persona, il suo cuore è la sua testa, insieme creano quello che sei. Poi la vita ti plasma e soltanto chi resta immutato sarà un dono che Dio fa all’umanità.