Michele Tommasini – Silenzio
A volte si ha solo bisogno di silenzio, un silenzio profondo, surreale e in quel silenzio ritrovo me stesso.
A volte si ha solo bisogno di silenzio, un silenzio profondo, surreale e in quel silenzio ritrovo me stesso.
Non turbare il mio silenzio, perché è in lui che riposa la mia anima.
Il silenzio si posa, come un uccellino, nel suo nido, lontano dal caos di città. Coricato tra i boschi e le campagne, per godersi la notte di stelle, lasciandosi accompagnare dall’orchestra di cicale, grilli e civette, il silenzio si posa e, nella notte, amori segreti, abbraccerà.
Il silenzio è spesso una condanna: quando tra te e gli altri si frappone un muro di gomma fatto di odi antichi, di invidie tenaci e immotivate. Tu vorresti farti capire, spiegarti, ma per gli altri non hai semplicemente diritto di replica. Neanche i cani si trattano così. O forse giusto i cani, a cui spesso ti paragonano. E quando non c’è comunicazione è facile sbagliare, incancrenirsi negli errori: tanto nessuno ti correggerà, ti dirà la sua. Almeno non apertamente.
I silenzi della mattina pensano, il giorno diviene, attese solite!
C’è silenzio dentro il mio essere. Un silenzio acuto che urla e che echeggia in ogni particella del cuore. Urla al vento tempestoso dell’anima che si cheta. Urla nella testa: basta, basta, basta! Urla alla disperazione di un altro giorno perduto in quest’angoscia, senza di te, che non ci sei più!
Le cose che contano crescono piano, in silenzio, e nemmeno te ne accorgi.