Antonella Coletta – Silenzio
Più cresco e maggiormente apprezzo il silenzio. E sinceramente confesso che di lui, giammai, ci si sazia.
Più cresco e maggiormente apprezzo il silenzio. E sinceramente confesso che di lui, giammai, ci si sazia.
Si può parlare anche in silenzio, spesso è proprio questo che esprime molto di più ciò che abbiamo nel cuore.
Non sottovalutare mai un silenzio, anzi spesso dovresti dargli più valore e importanza delle parole. Di quelle dette ad alta voce, di quelle piene di rabbia, di quelle calme e anche di quelle incazzate. Perché il silenzio spesso sta a significare la fine della voglia di parlare, della voglia di capire e di lottare per te!
Certe parole inquinano gli abbracci, alcuni silenzi li elevano verso il divino.
Il silenzio è il miglior amico dell’abbraccio.
Il sorriso viene dalle cose semplici. Dai ricordi, per esempio. Dal pane e marmellata della merenda da bambini. Dal gessetto che tracciava un percorso “saltellante” sull’asfalto, dai cartoni di Heidi, dalle filastrocche un po’ stonate. Dall’esserci salvati dalla punizione di andare dietro la lavagna, con la faccia rivolta verso il muro. Un sorriso macchiato di Nutella o della mamma che ci abbraccia per un bel voto. Dei cavalli a dondolo e della piscina di Barbie. Della Befana cui fingevamo di credere, sapendo benissimo che era la mamma a suonare il campanello. Il sorriso del pane e pomodoro fresco quando ti fermavi per un giorno intero sulla riva del male, della sabbia dentro al costume che prendeva vita propria e si muoveva. Il sorriso di te che disegnavi su fogli bianchi un mondo e avevi il coraggio e l’ardire, come tutti i bimbi, di dar vita a bambole e sogni. Il coraggio di alzarsi pimpanti dal letto alla domenica mattina. Il sorriso dei ricordi; Il sorriso nostalgico di alcuni profumi.
Silenti son talvolta le parole sulle labbra del cuore.