Giuseppe Saredo – Società
Non si vive nel giornalismo che corrotti o scettici.
Non si vive nel giornalismo che corrotti o scettici.
Tutti i cittadini hanno l’obbligo di rispettare le leggi, a patto che queste non richiedano un comportamento eticamente ingiusto.
Il nostro stato ha sempre assicurato pari opportunità e piene libertà, per esempio ai giovani intellettuali disoccupati ha concesso la libertà di non sposarsi, di non aver figli, di non lavorare, di non arricchirsi, di non essere sereni, e tra le altre numerose libertà, non ultima, quella di vendicarsi.
Si dice che quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l’aspetto di giganti. Accade questo perché lo Stato non valorizza il cittadino colto ed affidabile e non oscura quello ignorante e imprevedibile. In Italia l’informazione è gestita male, perché se tutti hanno veramente accesso alla parola, il governo del popolo, diventa il governo della commedia e la democrazia finisce per rallentare il progresso della civiltà. Qualsiasi bugia, se ripetuta frequentemente, si trasforma gradualmente in verità. Bisogna dare meno spazio ai nani e valorizzare le idee dei cittadini onesti, che hanno le basi e il coraggio di cambiare questo Paese.
Il giudice che fissa la prima udienza per una separazione giudiziaria dopo sei o più mesi, agisce al pari di quell’ospedale che al malato di tumore gli fissa la tac dopo sei o più mesi.
Per fortuna conosce la casa, sa come muoversi, anche se piano, a tastoni. Non vede, è vero, ma non gode di nessun sussidio, anche se è un cieco da stato, gli hanno staccato la luce di casa.
A volte indagini fatte con i piedi e false testimonianze portano a sentenze emesse con una testa che ha giudicato solo in base ad indagini fatte con i piedi ed a false testimonianze.