Davide Trezzi – Solidarietà
Siamo nella condizione di voler aiutare il prossimo solo quando ne siamo impossibilitati.
Siamo nella condizione di voler aiutare il prossimo solo quando ne siamo impossibilitati.
Un prete deve essere insieme piccolo e grande, nobile di spirito come di sangue reale, semplice e naturale come ceppo di contadino, una sorgente di santificazione, un peccatore che Dio ha perdonato, un servitore per i timidi e i deboli, che non s’abbassa davanti ai potenti, ma si curva davanti ai poveri, apostolo del Signore, capo del suo gregge, un mendicante dalle mani largamente aperte, una madre per confortare i malati, con la saggezza dell’età e la fiducia d’un bambino, teso verso l’alto, i piedi a terra, fatto per la gioia, esperto del soffrire, lontano da ogni invidia, lungimirante, che parla con franchezza, un amico della pace, un nemico dell’inerzia, fedele per sempre.
L’amore per gli altri è proporzionato al bene che doniamo loro.
Gli esseri speciali non si sentono tali, hanno il cuore così grande da fare qualsiasi cosa per gli altri senza il bisogno di sentirsi dire “grazie”.
Le ragazze più tenere sono quelle che baciano in punta di piedi.
Una persona la si può uccidere in molti modi. Educandola a vivere senza valorizzare la pienezza di un’idea positiva, senza formare la forza e l’umiltà di sacrificarsi per raggiungere un obbiettivo e soprattutto senza insegnarle a riconoscere la dignità di un’anima simile alla tua, da escludere solo perché appartiene ad un credo o ad un’etnia diversa dalla tua. Un colpo di pistola a confronto è un metodo indolore.
Africa, il mio vizio è la tua fame!