Angela Cicolari – Solidarietà
La mia unica tristezza è vedere la loro illusione.
La mia unica tristezza è vedere la loro illusione.
Dare un soffio di ciò che abbiamo.Abbiamo tanti talenti nascosti da far fruttare o semplicemente donare. Non necessariamente cose materiali. Spesso basta una carezza, un sorriso, un saluto, una pacca sulla spalla, una stretta di mano, un po’ di ascolto, un consiglio, semplicemente un pizzico di noi. Non sarà mai inutile, mai poco e mai abbastanza. Semplicemente sarà qualcosa di noi. Un soffio di vita regalato. Però non fatelo mai con forza, mai per dovere. Semplicemente fatelo.
E Dio avrà il potere e l’autorità necessarie per evitare la classica, nel suo caso non espressa, contestazione del non poteva non sapere?
Persino quando l’arte cerca di manomettere la verità, ne passa sempre da uno spiraglio attraverso quella porta chiusa. Anche poca rende l’opera ammirevole.
Non sarò sicuramente io a cambiare la tua vita, non sarò certamente io ad aiutarti, non sarò probabilmente io a sostenerti, ma stai sicuro di una cosa: non sarò io a farti del male.
Affacciarsi dalla finestra del cuore e scoprire che c’è un mondo intero che aspetta l’amore dei piccoli gesti, che uniti a tanti altri, saziano più delle sole parole, più dei buoni propositi.
Ho un’idea piuttosto strana della magia. La vedo nelle dure leggi della fisica, ma senza imporre alle leggi quello che so o che credo di sapere o peggio ancora quello che vorrei. La conoscenza assoluta non mi attira perché poi non c’è più spazio per l’immaginazione, che ci gira intorno cercando di dare una forma all’indistinto. Si disegna un’idea, ma nessun pensiero può cambiare quella forma, l’essere. Non chiamerei magia sottomettere una legge alle proprie aspirazioni, significa odiare la natura che non vuole assecondare i desideri tiranneggiati con la forza. Se lo facesse, non mi fiderei di questa apparenza. Una struttura non muta a casaccio sottomettendosi a chissà quale grande potere. Una formula, qualsiasi, si fonda prima di tutto sulla legge e non su un desiderio, e si svolge nel tempo, breve o lunghissima. Il risultato giusto o sbagliato dipende dallo svolgimento, e può essere solo quello che in effetti già è. Si vede quindi prima, solo se lo si vuole vedere, oppure, se si è in grado di vederlo. Mettersi a fare la guerra contro il risultato perché non piace, anzi contro la stessa legge che dice chiaramente quello che sarà e tuttavia fregandosene altamente, ha un che di nefasto. Sfidare la matematica vuol dire sfidare l’universo intero e le sue leggi, non si gioca solo contro una vita, ma proprio contro la Vita generale, e questa non è una persona, nonostante i brutali tentativi di sostituirsi ad essa.