Daniela Husar – Stati d’Animo
La sensibilità non è sinonimo di fragilità. Le persone sensibili riescono ad arrivare dove in pochi riescono e a guardare dove non tutti ci arrivano.
La sensibilità non è sinonimo di fragilità. Le persone sensibili riescono ad arrivare dove in pochi riescono e a guardare dove non tutti ci arrivano.
Se ti sorprendi a controllare, ripetutamente, le lancette dell’orologio, sperando che ad ogni tuo sguardo compiano un balzo in avanti, credimi: stai perdendo tempo.
Questa vita mi ha messo molte volte spalle al muro. Mi ha fatto anche inciampare nelle mie incapacità di scegliere. Di decidere, di apprezzare. Mi ha spiazzato. Deluso. Mi ha ferita, mi ha colpito tante volte sulla mia dignità di donna, ma non per questo mi sono arresa. Ho sempre combattuto senza abbattermi mai. Non ho mollato la presa dei miei pensieri, non ho abbandonato la luce della mia speranza, anche davanti a mille ostacoli imposti dal destino e dall’incapacità di discernimento. Non ho abbandonato. Ho sempre lottato. Penso che sia nel mio carattere, combattere e non arrendermi mai, vivere tutti i miei giorni senza sprecarne nessuno uno in lamentele e lagne.
Mentre attendi un tempo migliore guardi fuori dalla finestra e piove. Anziché aspettare che spiova prova a goderti l’attesa come se non stessi aspettando niente all’infuori di te stessa. E non prenderlo come un ossequio alla vanità se anziché contare le gocce ti guarderai allo specchio e sorridendo ti basterai, basterai alla tua intimità, alla delicatezza del tuo sguardo. Perché soltanto allora, solo allora cambierà il tempo, persino quando la pioggia ti sorprenderà ancora. E quando finalmente ritrovi te stessa ti basterà salire su un muretto per riconquistare il tuo tramonto.
Ti trovi a vivere una favola, ti trovi catapultata dentro un mondo dove improvvisamente tutto gira per il verso giusto. Assapori la pace, la serenità e la quiete dentro te… Una quiete che hai aspettato, sognato e che ti sei guadagnato con lacrime, delusioni e cadute. Ora alza gli occhi al cielo, asciuga l’emozione e vivi.
Io sono niente e nient’altro posso essere, ma son tanto bene e di quello voglio esistere.
Ho voglia di piangere, lacrime che da tempo non verso, sono lì che cercano di sgorgare, ma rimangono dentro, se piangessi, sarei travolta da un fiume in piena e richierei di affogare devo sfogarmi, devo farcela, forse poi starò meglio. Lacrime di rabbia, di gioia, di insoddisfazione, di commozione, di delusione, di dolore. Sono tutte lì che aspettano di uscire, romperò la diga che le trattiene, solo allora sarò libera di ricominciare a trattenerle…