Erika Mancini – Stati d’Animo
Ho un interminabile silenzio da vivere.
Ho un interminabile silenzio da vivere.
La canna mi avrebbe bruciato il cervello, la sigaretta i polmoni. Così mi ubriacai d’amore bruciandomi il cuore.
Ho tirato le braccia all’allegria affinché restasse sempre accanto a me, ho preso a pugni la tristezza per farla andare via, ho dato schiaffi ai miei nervi per farli calmare, ma l’allegria fu rapita dall’invidia e la tristezza rubò i miei splendidi sorrisi e li rinchiuse dentro ad un cofanetto con un lucchetto d’oro. Da lì la mia anima è vuota, per fortuna il mio cuore è ancora qui.
Le persone non smettono mai di mancarci. Impariamo a vivere tenendoci dentro il grande vuoto della loro assenza.
Dare. In fondo è l’unica cosa che so fare. Tutta me stessa. A piene mani. Senza condizioni. Senza aspettative. Senza obblighi. Ma forse alcuni non sanno più ricevere. O la scambiano per debolezza. O pensano di poter saccheggiare. Comprendono ciò che hanno quando l’hanno ormai perduto. Ma a quel punto è troppo tardi. Non urlo. Non strepito. Mi giro, e vado. Senza rancore. Dono solo per scelta. Dono per amore.
Non è l’attesa che sfinisce, ma è la delusione dopo l’attesa che uccide.
L’antitesi delle debolezze del corpo è la fede.