Megan Gandy – Stati d’Animo
Ci mandavamo sempre a quel paese ma poi tornavamo a riprenderci, perché noi non sapevamo stare senza noi.
Ci mandavamo sempre a quel paese ma poi tornavamo a riprenderci, perché noi non sapevamo stare senza noi.
Dimenticare. E se fosse l’amore a non volersi dimenticare di noi?
Rilassati e vivi di sole.
Ho imparato ad indossare i guantoni nella vita. Ad ogni pugno preso, ho incassato e risposto. Ad ogni finta mossa, ho aspettato l’attimo giusto per colpire. E seppur ferita e stanca, mi sono sempre battuta fino all’ultimo colpo!
A volte mi domando se serve, se serve a qualcosa essere così, fare quello che faccio, essere come sono.
La speranza è un granello di sabbia… rubato alla spiaggia dell’esistenza.
Scissioni elettive. Li chiamo così i frammenti che saltano in aria come mine vaganti, a rischio scoppio, da quel mio me centrale che avrebbe bisogno di interezza. Proiezioni. Salti funambolici tra il trapezio del Sé e l’isoscele dell’Io. Tonalità. Crome e diesis che mi urlano dentro in sinfonie distorte e stonate. E più mi urlo, mi urlano, più m’insonorizzo e più non mi do retta. Il “no” è la mia ottava nota musicale. Mi sbatto gli occhi in faccia. Mi allontano, di schiena. C’è chi si prende le misure; io mi prendo le distanze.