Ornella Iennaco – Stati d’Animo
Si dice che fidarsi e bene, ma non fidarsi è meglio. Infatti mi sono sempre fidata, ma come sempre mi sono punta con le spine. Sono arrivata al punto di accarezzarle, perché ormai non mi fanno più male.
Si dice che fidarsi e bene, ma non fidarsi è meglio. Infatti mi sono sempre fidata, ma come sempre mi sono punta con le spine. Sono arrivata al punto di accarezzarle, perché ormai non mi fanno più male.
Una mente intelligente può fare ragionamenti complessi senza arrivare mai alle risposte. Ma lo stupido cuore ha tutte le risposte senza bisogno di ragionare.
Le donne della mia isola hanno occhi di ossidiana profondi e magici, i loro capelli morbidi e corposi sono come piume di poiana che al sole estivo risplendono come fili di rame ed ottone, il loro corpo è sinuoso caramello. A loro la mia isola le ha fatte con la pancia e con il cuore, mentre a me disse alla mia nascita: ti darò il mare negli occhi e del mare porterai la sua calma smeraldina come il grigio indaco della sua furia, sarai chiara come le nuvole d’aprile e avrai i suoni dei miei animali nella tua mente, ti donerò i miei venti e le ginestre selvatiche che profumano le scogliere, ti porgerò gioie ma come è per me non ti solleverò dal dolore né dai dispiaceri. Ed è in questo istante che la voce di mia madre si fuse con la voce della mia terra.
Amo le cose semplici. L’odore del mare. Il vento che mi scompiglia i capelli. L’odore del caffè al mattino. L’alba, quando il mondo pian piano si sveglia dal suo torpore. Il tramonto che colora l’orizzonte di mille sfumature. La mia gatta accucciata sulle mie gambe mentre leggo. Un prato verde e un albero sotto cui meditare. Le carezze sui capelli. Gli abbracci. Quelli che ti entrano dentro. Quelli che ti scaldano quando il cuore ha freddo. Quelli che pensi di non volerli, ma è l’unica cosa di cui hai bisogno. Quelli che ti tengono quando vuoi scappare.
Ci vuole molta, ma molta umiltà per saper perdonare.
Le parole sono pulviscolo nell’aria assolata. Vorticanti o quasi immobili, cercano o attendono la fusione con l’immagine per la quale nascono o dalla quale sorgono.Le mie parole germogliano da sole, ma fioriscono soltanto quando si sposano con l’immagine che amano, alla quale sono destinate o dalla quale sinuosamente vengono liberate, come vapore, o eccitate, come lingue di fuoco.
E poi ci sono quei giorni che non vorrei mai che verrebbero, quei giorni che non hai voglia di fare nulla. Sarà la solitudine, sarà che non ho stimoli, sarà quel che sarà ma io non ho voglia di fare nulla.