Angelica Horus – Stati d’Animo
Come un abisso. Come un fuoco. Come una vertigine.
Come un abisso. Come un fuoco. Come una vertigine.
Quando non ce la fai più fermati e respira, ma come fai a respirare se ti senti scoppiare dentro? Allora guarda il cielo e tutto ti sembrerà più chiaro.
Pensa a quanti vestiti, sciarpe e maglioni dobbiamo metterci addosso per riscaldarci il corpo. Al cuore invece basta un abbraccio, un bacio, la comprensione e la carezza di chi ci ama.
Sono andata così lontano a volte che se io stessa dovessi dire dove sono stata non saprei dirlo. Il problema è che quando il cuore, la mente e l’anima si spengono qualcosa si ferma dentro di noi. Ed è come se vivessimo una parte del nostro tempo lontanissimo da tutto e da tutti. Il dolore ci cambia, ci chiude e ci porta lontano. Dove è più facile sopravvivere, non pensare e recuperare le forze. Li; in quel luogo lontano o finisci di morire per non tornare più oppure… rinasci!
So di aceto e limone, pungente sulla lingua, brucio sulla pelle. Aspra! Chi non sa diluirmi con la vaniglia dice di me che sono acre. Io mi preoccupo di non essere amara, nonostante i fumi delle pozioni tossiche inalate. Ricordo flebo di veleni somministrarti endovena, sottocute che creavano strati di rancore tra il cuoio e le arterie. E sono scappata nella notte, alzata da quel letto di droghe e soporiferi letali, rintanata come animale impaurito negli antri di boschi solitari e nebbiosi, tra le belve sanguinarie, aspettando l’alba sotto alberi spogli e durante piogge incessanti. Grondante e trafelata. La mia forza mi ha portata a bordo strada, non voglio passaggi da nessuno io, ma camminare sull’asfalto è assai diverso che camminare tra roghi e sterpaglie.
Quegli sbalzi emotivi erano assurdi, ma ogni volta che cercavo di allontanarlo ero terrorizzata all’idea di riuscirci davvero.
Non esiste differenza tra l’intolleranza e la tolleranza mal sopportata.