Giovanni Melucci – Stati d’Animo
Chi non sa stare da solo non sa stare con nessun altro.
Chi non sa stare da solo non sa stare con nessun altro.
Vivi le emozioni, vivile intensamente, perché non ti viene data una seconda opportunità nella vita. Si può sbagliare ma il correggere i propri errori si ha tempo nella vita la vita stessa è anche imparare dai propri errori, ma il rimpianto, beh il rimpianto di aver fatto sfuggire un occasione, l’unica occasione della vita magari equivale a morire dentro un istante dopo l’altro per tutto il resto della vita.
L’attesa è fatta di emozioni.
Sentirti dopo tutti questi anni mi ha fatto tornare a ieri in un lampo, se solo sapessi quanto tu ci sei sempre stata.
Ci sono momenti in cui la pelle si assottiglia e sento di vibrare ad ogni respiro. L’anima sale in superficie, faccio fatica a contenerla, chiede solo di poter tracimare. Brulico di pensieri, di vita, di emozioni. Ma in questi momenti mi sento troppo fragile per lasciarli andare. Troppo esposta. Troppo indifesa. Troppo di tante cose. Mi sfioro le labbra e chiedo perdono a quelle parole che ho paura di dire, perdono per lasciarle ancora lì, sospese in un limbo che non è morte, ma ancora non è nemmeno vita.
Spesso non bastano le parole per poter esprimere tutto ciò che abbiamo dentro, perché non siamo fatti di parole ma di sensi e ne servono più di uno per dare alle cose il giusto senso, sfiorare, odorare, guardare, gustare, c’è un senso per ogni cosa che ha per noi senso.
Stepan Arkadevic riceveva e leggeva una gazzetta liberale, non estremista, ma di quella tendenza verso la quale andava la maggioranza. E malgrado che non s’interessasse né di scienza, né di politica, né di arte, su tutti questi argomenti si atteneva alle direttive della maggioranza e del suo giornale, e cambiava opinione soltanto quando ne cambiava la maggioranza, o, per meglio dire, non cambiava opinione, ma questa insensibilmente veniva a cambiarsi in lui.