Raffaele Caponetto – Stati d’Animo
Pesano come macigni, le parole che non furono mai dette.
Pesano come macigni, le parole che non furono mai dette.
E quando arriva la notte, c’è quel dolore che sale dal cuore e arriva alla testa dove sono i ricordi e anche se si spezza il respiro, la vita continua e continuerà.
Lei non è fisso? Eppure dalla faccia si direbbe di sì.
Quante parole dietro il silenzio di uno sguardo!
C’è in me un nucleo da proteggere, fatto di immagini, sensazioni sottili, vibranti emozioni e desideri ardenti di spazi infiniti, nei quali imperversa una musica di parole mute che non si fa voce se non c’è orecchio che possa accoglierla.
Dici di stare bene. Dici di non aver bisogno di nessuno. Dici che non t’importa. Dici che di lui non ne senti più la mancanza, dici di averlo dimenticato. Dici tante cose. Eppure quando c’è un temporale guardi fuori dalla finestra e fissi le gocce scivolare sul vetro. In macchina invece di canticchiare ti limiti a star in silenzio e fissare il finestrino. E su alcune canzoni ti senti un pugno allo stomaco tanto da continuare a spingere il tasto fast forward. Basterebbe vedere queste piccole cose per capire ogni “sto bene” seguito da un sorriso, che siamo già crollati da un pezzo.
Non aspettarti aiuto dalla persona che tieni accanto. Avresti solo delusioni!
E quando arriva la notte, c’è quel dolore che sale dal cuore e arriva alla testa dove sono i ricordi e anche se si spezza il respiro, la vita continua e continuerà.
Lei non è fisso? Eppure dalla faccia si direbbe di sì.
Quante parole dietro il silenzio di uno sguardo!
C’è in me un nucleo da proteggere, fatto di immagini, sensazioni sottili, vibranti emozioni e desideri ardenti di spazi infiniti, nei quali imperversa una musica di parole mute che non si fa voce se non c’è orecchio che possa accoglierla.
Dici di stare bene. Dici di non aver bisogno di nessuno. Dici che non t’importa. Dici che di lui non ne senti più la mancanza, dici di averlo dimenticato. Dici tante cose. Eppure quando c’è un temporale guardi fuori dalla finestra e fissi le gocce scivolare sul vetro. In macchina invece di canticchiare ti limiti a star in silenzio e fissare il finestrino. E su alcune canzoni ti senti un pugno allo stomaco tanto da continuare a spingere il tasto fast forward. Basterebbe vedere queste piccole cose per capire ogni “sto bene” seguito da un sorriso, che siamo già crollati da un pezzo.
Non aspettarti aiuto dalla persona che tieni accanto. Avresti solo delusioni!
E quando arriva la notte, c’è quel dolore che sale dal cuore e arriva alla testa dove sono i ricordi e anche se si spezza il respiro, la vita continua e continuerà.
Lei non è fisso? Eppure dalla faccia si direbbe di sì.
Quante parole dietro il silenzio di uno sguardo!
C’è in me un nucleo da proteggere, fatto di immagini, sensazioni sottili, vibranti emozioni e desideri ardenti di spazi infiniti, nei quali imperversa una musica di parole mute che non si fa voce se non c’è orecchio che possa accoglierla.
Dici di stare bene. Dici di non aver bisogno di nessuno. Dici che non t’importa. Dici che di lui non ne senti più la mancanza, dici di averlo dimenticato. Dici tante cose. Eppure quando c’è un temporale guardi fuori dalla finestra e fissi le gocce scivolare sul vetro. In macchina invece di canticchiare ti limiti a star in silenzio e fissare il finestrino. E su alcune canzoni ti senti un pugno allo stomaco tanto da continuare a spingere il tasto fast forward. Basterebbe vedere queste piccole cose per capire ogni “sto bene” seguito da un sorriso, che siamo già crollati da un pezzo.
Non aspettarti aiuto dalla persona che tieni accanto. Avresti solo delusioni!