Massimo Bisotti – Stati d’Animo
Di occasioni perdute si può morire credendo di salvarsi.
Di occasioni perdute si può morire credendo di salvarsi.
Non tutto quello che il cuore sente l’occhio vede. La sensibilità è questa: un sentire visto da pochi.
Siamo solo numeri scritti su di un tabellone nero senza nome e cognome, buoni solo per contare i minuti, nessun diritto, nessuna speranza che possa estrarre ciò che rimane intrappolato nel fango che attanaglia la nostra rivoluzione, desiderosi di realizzare sogni che sono chiusi a chiave da ombre senza futuro, ma solo speranzosi che passano accrescere il proprio potere. Spezzeremo le catene emergendo dall’ombra per sperare in un futuro che possa regalarci tanta libertà di esprimere la nostra uguaglianza.
Ho sempre sentito di avere il diritto di farlo, al momento opportuno ho trasformato il diritto di farlo in dovere di farlo.
Si passa la vita a cercare la persona giusta, senza poi mai contare che forse siamo noi ad essere sbagliati.
Io non sono una di quelle donne che ama “apparire”, io scelgo sempre e comunque di “essere” ciò che sono.
Forse, ha più paura chi sta dentro alla recinzione di filo spinato, costruita bucandosi le mani pur di mettersi al sicuro, acconsentendo a farsi colpire solo dal cielo quando piove, rimanendo in ginocchio nel fango e con le mani aperte, le braccia alzate in segno di preghiera perché la pioggia cessi. Credo. Penso tema più chi sta dentro al cerchio di fuoco, appiccandosi i roghi nel cuore, tenendo le belve fuori, ma facendosi divorare dai mostri dentro. Deve avere serrature strane, l’anima e chiavi di ferro, la solitudine e cardini di forgia indistruttibile, il tormento quando la tormenta, dentro e fuori, spazza e sfinisce.