Federico Moccia – Stati d’Animo
È il dolore di sapere che quell’alta marea non mi abbandonerà mai.
È il dolore di sapere che quell’alta marea non mi abbandonerà mai.
Sono stanca di muri di carne senza cuore, mi girano e rigirano l’anima senza fare rumore.
Voglia di correre, non so dirti esattamente dove, purché sia un posto che mi faccia sentire il soffio del vento tra i capelli.
Noi persone oneste che ci mettiamo in gioco al cento per cento senza aver mai paura di rimetterci il culo! Noi che lo facciamo perché a ciò per cui lottiamo ci teniamo veramente! Noi, che poi ci rimettiamo sempre perché malgrado questo non siamo abili giocatori di bugie ma solo di verità ed emozioni! Noi che malgrado questo restiamo come siamo, anche a costo di soffrire perché ci amiamo proprio così: veri e sinceri!
Quando ho piantato il mio dolore nel campo della pazienza, ho raccolto il frutto della felicità.
Credevo di aver programmato la mia vita, ma poi mi ricordai che il mio professore di equazioni non lineari mi disse: tieni sempre conto del cambio di variabile.
Spremersi come un limone ed arrivare che non c’è più una goccia di succo. Andare costantemente a duecento all’ora, e improvvisamente essere costretti ad arrestare la marcia. Andare al limite della scarpata e mettere anche un piede dentro. Pensare di avere un carro armato e ritrovarsi con una spada di plastica. Voler fare tutto e subito, pur sapendo che è meglio fare una cosa per volta. Metterci il cuore, l’anima, tutto se stesso, senza considerare che non bisogna esagerare. Errori di valutazione… Il Signore ci assista.