Giacinto Cistola – Tempi Moderni
Le parole sono l’unico modo che abbiamo di comunicare, ma ahimè spesso sono solo contenitori di concetti male interpretati.
Le parole sono l’unico modo che abbiamo di comunicare, ma ahimè spesso sono solo contenitori di concetti male interpretati.
Sono in molti ad evocare la pena di morte, le stragi, ma se in Italia dovessimo arrivare a questo il problema è trovare chi è degno di sparare.
Non si tratta più di restare delusi, ormai sento proprio lo schifo per certe persone.
Tutto si riduce a chi rivolgi il tuo pensiero quando la batteria del telefono è all’1%.
Che faceva l’Italia innanzi a quel colossale movimento di cose e d’idee? L’Italia creava l’Arcadia.
Siamo tutti diventati merce, gli affetti si comprano, le persone si gettano e nessuno sa più dare il giusto valore a niente.
Ripensando a un anno fa, so per certo che rifarei tutto, ma con più grinta e più carattere, senza compromessi. Io sono come sono e non mi cambierò mai, è il mio sorriso adesso che deve ritornare sul mio volto. È come un puzzle di 3000 pezzi, ci vuole pazienza nel riordinarli e a suddividerli per colore e forma, per poi intersecarli fra loro, ma per fare questo occorre molto tempo. Il tempo adesso non mi è molto amico, i miei pensieri si affollano nella testa e sembrano in confusione, attratti solo da un unico interesse, proprio quello a cui non dovrei pensare e mi fa star male. A poco servono le parole delle persone care, per cercare di aiutarmi a stare meglio, è da me che deve partire l’imput, me e solo me. Ci sono momenti in cui pecco di allegria apparente, altri di netta sofferenza, non è giusto ma è così, adesso. Vorrei essere come la fenice, morire e rinascere dalle proprie ceneri, più forte che mai.