Henry Bergson – Tempi Moderni
L’umanità geme, quasi schiacciata dal peso dei progressi che ha compiuto. Essa non si rende sufficientemente conto che il suo avvenire dipende da lei.
L’umanità geme, quasi schiacciata dal peso dei progressi che ha compiuto. Essa non si rende sufficientemente conto che il suo avvenire dipende da lei.
È meglio un conte che diventa ladro o un ladro che diventa conte?
Se gli manco mi cercherà. Dissero entrambi.
Ma quella decina di idioti che sopravviveranno alla fine del mondo cosa faranno senza telefono, senza computer, senza televisione?
C’è chi vive di internet, io vivo di vita!
Vivere fuori dagli schemi è l’unica cura contro questa asfissiante società falsa e consumista pronta a puntarti il dito addosso. Pronta ad inglobarti nella sua monotonia. Bisogna alienarsi dai canoni che ci vogliono come un fluire di immagini mutanti in relazione agli occhi che ci osservano. Bisogna essere sempre veri, cristallizzarsi in un’unica forma che rimanga autentica in questa ipocrita umanità che robotizza anche i sentimenti. Sempre pronti a difendere i propri confini senza mai attaccare quelli degli altri. Portare avanti con decisione i propri ideali essendo però capaci di correggerli in corsa. Ragionare con la propria mente tenendo intelligentemente conto di quello che ci circonda. Bisogna vivere fuori dalla “gabbia” dando comunque importanza ad essa. Il mondo è malato, e noi siamo l’antidoto. Noi giovani – giovani con la voglia di “spaccare tutto” – giovani che vogliono dimostrare a coloro i quali tentano di intercalarci in un sistema statico e marcio che noi siamo il “caos”. Dimostriamo che non siamo la “crazy generation” ma solo ragazzi che riescono ad affiancare il divertimento estremo ad una maturità che riesce a convivere con la nostra voglia di libertà rendendo la nostra esistenza una dolce congerie di tutto ciò. Lottiamo! E puntiamo sempre alla luna che da lassù ci osserva incontrastata, nel peggiori dei casi avremo passeggiato a testa alta tra le stelle del firmamento.
Talmente poveri dentro, da sentirsi costretti a rubare le parole altrui e farle proprie. Anche questo è il segno dei tempi: tutta apparenza e niente sostanza.