Daniele Tartaglione – Tristezza
Non mi sentivo un pesce fuor d’acqua, mi sentivo più del sushi in un piatto.
Non mi sentivo un pesce fuor d’acqua, mi sentivo più del sushi in un piatto.
A volte si tenta di avvicinarsi a qualcuno e ciò che si ottiene in cambio è uno schiaffo ben assestato.
Una ricetta sicura di infelicità? Il sommarsi di due “rimedi”.
Non abbiamo alcun potere sugli altri, né su noi stessi. Adesso abbiamo la vita e fra un attimo potremmo non averla, indipendentemente dal fatto che lo decidiamo noi o chissà chi… c’è un disegno, che non ci è concesso vedere, secondo il quale potremmo vivere 100 anni o schiantarci contro un’auto che ci taglia la strada all’improvviso. Niente e nessuno è eterno su questa terra, niente di fisico… di materiale… ma il modo di essere non è proprio del corpo, quello è una caratteristica dell’anima e in qualunque posto ora tu sia l’hai portato con te, lasciando in noi un dolce e triste ricordo… Ciao Fabrì!
Non permettere che la tristezza ti faccia perdere la bellezza della vita.
Oggi è uno di quei giorni un po’ così, non sai più chi sei, dove stai andando! Pensi che la tua vita sia tutta qui e che non cambierà niente, che il tempo invece di migliorarti ti peggiora e che le persone vedono di te solo quello che vogliono vedere!
Tutto il dolore provato prima o poi passa, e lascia uno spazio immenso che può, anzi che deve essere colmato con il bene. Se lo riempiamo di male, invece, ci fa diventare vuoti e privi di umanità.