Non credo sia una coincidenza che “tear”, in inglese, significhi sia “lacrima” che “strappo”. Non c’è peggior distacco di qualcosa o qualcuno che, allontanandosi, si trascina via pezzi di noi. Velocemente o lentamente che avvenga.
L’assenza di voi crea quel vuoto incolmabile che non riesco a riempire coi soli ricordi.
Ci sono giorni in cui vorrei che, con una siringa, mi aspirassero tutti i pensieri.
L’ultimo sconsolato bang della mia lattina di Desolazione nel vuoto della valle, che ascolto con soddisfazione, nudo. Lontano, lontano alle porte del mondo c’era il vortice di vento che ammoniva come tutti noi saremo spazzati via come trucioli e piangeremo. Uomini dagli occhi stanchi ora lo capiscono, e attendono di deturparsi e putrefarsi, nonostante questo essi conservano egualmente nel cuore il potere d’amare, non so più cosa significhi quella parola. L’unica cosa che voglio è un cono gelato.
Aspettare una parola da chi dell’orgoglio ne fa una ragione di vita, è come aspettare un treno da un binario morto.
Nonostante oggi ci sia il sole fuori, qui dentro fa molto freddo… un freddo dal quale non è possibile ripararsi.
Tante sono state le delusioni della vita, che le mie lacrime si sono prosciugate!